Le iniziative patrocinate dalla Regina Elena

Le iniziative patrocinate dalla Regina Elena
“Lega Italiana per la lotta contro il cancro”

Il tumore è flagello noto da tempo e gli studi sule cause che determinano questo male risalgono addirittura ad Ippocrate, Celso, Galeno.
Nell’età rinascimentale, di questa malattia si occuparono anche grandi italiani come Vesaglio, Falloppio e persino Leonardo da Vinci.
Nell’Epoca risorgimentale, il Italia, si cominciarono a redigere statistiche sulla mortalità dovuta ai tumori, si dal 1887.


Nonostante una tanto remota presa d’atto per secoli a fronteggiare il male è rimasta solo l’iniziativa privata. La Prima legge per favorire la propaganda e le opere assistenziali per assistere gli ammalati di tumore fu quella varata il 21 febbraio 1921 nelle isole Filippine.
In Francia, funzionava un ospedale per cancerosi a Reims si dal 1740; era stato fondato dal Canonico Godinot; ma il primo disegno di legge sulla materia venne presentato solo il 18 giugno 1924. Negli Stati Uniti d’America, solo gli stati del Massachusetts e del New Hampshire vararono nel 1925 provvedimenti analoghi, che nel 1940 in Inghilterra erano ignorati dalla legge, ma contemplati solo da un regolamento del Ministero del Lavoro, igiene, assistenza e provvidenza sociale.
Tanto in Inghilterra, quanto negli Stati Uniti operavano ospedali e laboratori specializzati.
A Londra fin dal 1792 funzionava il “Cancer Charity” fondato da John Howard. Al di lò dell’oceano, i primi laboratori per lo studio del cancro furono il “Cancer Laboratory” presso l’università di Buffalo, che è del 1899.

La fondazione della “Lega Italiana per la lotta contro il cancro”
In Italia,il primo impegno organizzato fu rappresentato dalla “Lega italiana per la lotta contro il cancro”, fondata a Bologna il 22 febbraio 1922 e posta sotto l’alto patronato della Regina Elena;la sede della lega venne fissata a Roma e la presidenza venne affidata al triestino Alessandro Lustig, grande scienziato del quale riproduciamo la biografia in altra parte di questa pagina. Il primo provvedimento Italiano in materia fu il Regio Decreto n° 1497, varato dal Vittorio Emanuele III; esso prevedeva lo stanziamento di un fondo del bilancio del Ministero dell’Interno, per favorire la creazione di centri di accertamento diagnostico e per l’attuazione di corsi di preparazione scientifica e tirocinio pratico per i medici. 


La creazione di due istituti per lo studio e la cura del Cancro
Il 25 aprile 1925, a Milano, venne posta la prima pietra per l’erezione del ”Istituto nazionale Vittorio Emanuele III per lo studio e la cura del Cancro”, che fu realizzato, con il contributo del Sovrano, a tempo di record e con criteri di ampiezza e razionalità, al punto che, dall’aprile 1928 al 1930 poté accogliere oltre 1500 pazienti.
La direzione di quell’Istituto venne affidata al Catanese Gaetano Fichera, che era considerato uno dei massimi studiosi del male in tutto il mondo. All’Istituto creato a Milano fece seguire, a Roma, la realizzazione del “Regio Istituto Regina Elena per lo studio e la cura del Cancro”, che la Sovrana, contribuì a finanziare e al quale dedicò ogni cura sino alla sua partenza per l’esilio.
Quell’istituto venne inaugurato il 21 aprile 1933 dalla stessa Elena di Savoia ed inizio ufficialmente l’attività il 1° gennaio 1934; esso divenne uno dei più moderni, attrezzati ed efficienti del mondo.


La laurea h.c. in riconoscimento dell’impegno nella lotta contro il tumore.
Alla Regina Elena, per l’impegno dimostrato ed anche per il grande competenza raggiunta sulla materia, attraverso lo studio approfondito e la partecipazione a convegni, gruppi di studio, nel 1941, l’Università di Roma conferì la laurea h.c. in medicina; Elena di Savoia, donna schiva, chiese che non si facesse la cerimonia pubblica che è di consuetudine in casi del genere; fece sapere che poteva apparire ostentazione di vanità da parte sua, soprattutto in un momento critico per il Paese, che stava vivendo tragici giorni di guerra. Preferì che il diploma le venisse consegnato in forma strettamente privata nell’abitazione dei Sovrani; ed anche la stampa “sfumò” l’evento che, pure, rivestiva carattere di grande importanza. La riservatezza di Elena di Savoia non dispiacque a Mussolini, il quale nutriva un certo fastidio nei confronti della Regina; anche perché era solita rivolgersi a lui chiamandolo non “Duce”, ma semplicemente “signor presidente del Consiglio”; ed anche perché alla vigilia del conflitto, aveva indirizzato una lettera alle Sovrane dei Paesi europei neutrali, per promuovere una iniziativa che potesse scongiurare la seconda guerra mondiale; e ciò aveva infastidito il capo del Governo. In effetti, si contano sulle punta delle dita coloro che conoscono questo particolare della vita della Regina che, esiliata dall’Italia, vede ora aprirsi un processo di beatificazione promosso in Francia, Terra nella quale ella trascorse gli ultimi anni di vita e si spense.
Si spiega così perché il 2 marzo 2002 le Poste Italiane hanno dedicato alla Regina Elena un francobollo con sovraprezzo da destinare alla lotta per lo studio del cancro. Un riconoscimento meritato appieno.

Tratto da : “Italia Patria di scienziati” di Waldimaro Fiorentino