La battaglia di Solferino e San Martino (24 giugno 1859)
Le perdite dei tre eserciti
(Nascita della Croce Rossa Internazionale)
Le perdite avute nella giornata del 24 giugno 1859, furono
assai gravi per tutti e tre gli eserciti.
I campi ed i villaggi intorno a San Martino e Solferino,
oltre a presentarsi miseramente danneggiati da colpi innumerevoli di fucileria
e d’artiglieria erano letteralmente ricoperti di cadaveri e soprattutto di
feriti in terra che si lamentavano.
Il servizio di cura e soccorso che ogni armata aveva al
seguito apparve immediatamente inadeguato alla massa dei feriti bisognosi di
attenzione, tanto che molti, oltre a passare la notte all’aperto (nel luogo
stesso dove erano stati feriti) passarono quasi tutto il giorno del 25 giugno
nei campi prima di ricevere aiuto.
Dalla testimonianza di Henry Dunant : “il sole del 25,
illuminò uno dei più orrendi spettacoli che si possano immaginare (…)”
Dunant nato a Ginevra
e discendente da una fervente famiglia calvinista con grande influenza nella
società ginevrina, fu educato ai valori dell'aiuto nel sociale, il padre era
attivo nell'aiuto di orfani, mentre la madre lavorò con i malati e i poveri.
Giunto a Solferino come civile, per presentare un suo lavoro all’Imperatore
Napoleone III, rimase sconvolto dalla crudezza dello spettacolo offerto dai
moribondi senza aiuto nei campi ed intuì che soltanto un organo internazionale
e terzo, avrebbe potuto in futuro prendersi cura dei feriti sui campi di
battaglia. Nacque quindi in lui l’intenzione di costituire un’organizzazione
specifica che servisse allo scopo. Nascerà di li a poco la Croce Rossa
Internazionale!
Nel dettaglio, gli austriaci ebbero 50 ufficiali morti e 490
feriti, 2.270 uomini morti tra la truppa, 10.160 feriti e 8.500 dispersi. In complesso
quindi persero in un solo giorno più di 21.000 uomini, tra cui i Generali
Creneville, Blomberg, Palffy e Baltin.
I francesi non perdono meno, infatti ebbero 150 morti e 270
feriti tra gli ufficiali, 12.000 uomini di truppa tra morti e feriti e circa
3000 disperti, tra cui ben 5 Generali gravemente feriti: Ladmarault, Auger,
Dien, Donay e Forey.
I Piemontesi subirono la perdita di oltre 5500 uomini, 642
morti e 3405 feriti e oltre 1200 dispersi tra gli uomini di truppa, mentre tra
gli ufficiali si ebbero 49 morti e 167 feriti.
Il giorno dopo Vittorio Emanuele indirizzò alle sue truppe
il seguente messaggio : "Soldati ! La vittoria è costato gravi sacrifici,
ma per mezzo di questo nobile sangue largamente versato per la santa causa,
l'Europa saprà che l'Italia è degna di figurare tra le Nazioni. Soldati ! Nelle
precedenti battaglie io ho avuto spesso l'occasione di segnalare all'ordine del
giorno i nomi di molti fra voi. Oggi io porto all'ordine del giorno l'armata
intera !".
Alberto Conterio