Il Ritocco - supposizioni e prove !

Capitolo XIII

Come può essere avvenuto il RITOCCO ?

Questo capitolo tratta l'potesi della truffa, perché materialmente non abbiamo la prova - provata certa che così sia avvenuto. L’ipotesi comunque mai smentita, diventa reale incrociando le prove che andremo ad elencare nel capitolo successivo. Quelle si, sono prove reali e dimostrabili, che come detto, indirettamente avallano l’ipotesi.
Franco Malnati in un manuale storiografico e di accurata analisi di più documenti di 448 pagine, arriva a queste conclusioni (che sono di una semplicità disarmante) pubblicando nel 1998 il libro “La grande frode – Come l’Italia fu fatta repubblica” edizioni Bastogi

Secondo l’avvocato e storico, il ritocco, è avvenuto sicuramente a livello circoscrizionale, prima cioè della presentazione dei verbali medesimi alla Corte di Cassazione a Roma.
E’ il livello istituzionale in cui, i testimoni sono molto pochi, e tutti con incarico tale da essere in diretto interesse a mantenere il segreto (per ragioni di carriera). La Corte di cassazione, ancora “inquinata” da magistrati onesti e mossi da una rettitudine oggi sconosciuta, vengono tagliati fuori da questa “trovata”, ed allo stesso tempo, sono chiamati ad autenticare a loro insaputa i “risultati” stessi del ritocco.

In pratica, un ristrettissimo numero di persone, chiaramente istruite e guidate dal Ministro Togliatti, ha provveduto a correggere in modo pratico i verbali in favore alla repubblica.
Abbiamo già detto, che tali verbali per Legge, erano soggetti all’onestà di chi li emetteva, non essendo per loro previsto nessun controllo, e risultava più facile e meno evidente ritoccare 20 o 30 risultati parziali, che agire presso la Corte di Cassazione sulla somma finale.

Visto anche la caratterizzazione del risultato a secondo dell’area geografica, fu sufficiente aumentare la percentuale repubblicana di maggioranza o di minoranza, per avere a livello nazionale, un risultato nettamente a favore … facciamo un esempio :



Bologna, percentuale “reale” 70 - 30 in favore della repubblica, chi poteva obiettare se il risultato veniva ritoccato in 76 - 24 ?
Altro esempio, Catania… percentuale “reale” 80 - 20 in favore della Monarchia, non destava sicuramente sospetto, un risultato ritoccato di 74 - 26, sempre in favore della Monarchia !

Con questo giochetto, e mescolando accuratamente le carte, si ricavano 50.000 100.000 voti per circoscrizione, che sommati per 20 o 30 verbali, fanno da 1 a 3.000.000 di voti, in favore della repubblica.

Nessun spostamento di schede, nessuna distruzione di schede Monarchiche, quasi nessun testimone, e costoro tutti interessati al silenzio come abbiamo già detto ecc.
Per sistemare le cifre, ci vollero alcune ore, …occorreva tradurle per regioni, per permettere al Viminale di dare “l’anticipazione” e poi sistemare i dati per circoscrizione per l’inoltro al canale Ufficiale Giudiziario. E così è stato !


Le PROVE della frode

La lettura critica dei dati Ufficialmente diramati dal Ministro Romita prima, dall’ANSA e dall’ISTAT poi, sono di per se sufficienti a “provare” la frode, ma l’analisi attenta sui medesimi porta a conclusioni inquietanti.

In particolar modo, la più elementare e sotto gli occhi di tutti, oltre a dare la certezza di quanto supposto, ci conferma anche che i voti alla repubblica furono “aggiunti” sulla parte finale dello scrutinio :

Vediamoli : La più elementare riguarda l'analisi dei voti validi "prodotti" dalle varie sezioni scrutinate. Abbiamo un dato importante di partenza che riguarda il Prospetto No.1. su di esso, effettuando una semplice operazione aritmetrica tra i voti validi in totale suddivisi per il numero delle sezioni scrutinate, otteniamo una media di circa 600 voti validi per sezione (vedi Elaborato)

Questa media si innalza a 658 voti validi per sezione nei dati diramati da Romita alle ore 17.00 del 5 giugno (Allegato 3), e si innalza ancora a 668 voti validi per sezione nei dati ANSA delle ore 24.00 dello stesso giorno (Allegato 4).

Se effettuiamo però il raffronto tra lettura dei dati di Romita (5 giugno ‘46 ore 17.00) con quelli del comunicato ANSA (5 giugno ’46 ore 24.00) , cioè sulle 930 sezioni scrutinate nel tempo intercorso tra i due comunicati, otteniamo un risultato completamente fuori media, pari a 948 voti validi per sezione !


Questa prova da sola, se “intuita al momento”, sarebbe bastata presentarla alla commissione Alleata di controllo, per invalidare l’intera consultazione, arrestare in blocco il Governo responsabile e riprendere il cammino democratico dell’Italia.
Ma …semplicemente da parte Monarchica non ci si accorse di ciò !

Ma vediamo il quadro generale e le altre prove che convalidano questa prima…


Popolazione ed iscritti alle liste elettorali
Oltre a quanto abbiamo già detto nella premessa sulla popolazione esclusa dal voto, mancava anche un censimento della popolazione reale ed effettiva propria dei territori che avrebbero votato. Il Ministro Romita comunque, parlò il 26 maggio 1946 di circa 28 milioni di votanti (16 mil al Centro Nord + 12 mil al Centro Sud). In Francia nello stesso periodo, si andò al voto (politiche). Con una popolazione molto simile alla nostra per numerosità e anzianità media, furono iscritti a votare il 60 % del totale di essi (tutti sopra i 21 anni).
Applicando la stessa percentuale, avendo 28 milioni circa di aventi diritto al voto (come dichiarato da Romita), si ottiene una popolazione di circa 46.600.000 abitanti.

L’ISTAT però, nel 1948 pubblica un annuario sulle statistiche elettorali dove gli aventi diritto al voto nel giugno 1946 risultano “chiaramente” combacianti con quanto dichiarato dal Romita, ma la popolazione totale viene calcolata sul censimento del 1936, escludendo dal computo le popolazioni “escluse”, come Bolzano Trento e Gorizia ecc. ecc, arrivando ad un totale di 41.700.000 persone. Risulta chiaro quindi che la lista degli iscritti al voto, fu gonfiata oltre misura !
Facendo invece una stima a ritroso, partendo dal censimento del 1951, che indicava in 46.259.000 abitanti la popolazione d’Italia (peraltro molto più vicino cronologicamente al 1946) ed escludendo le eccedenze dei nati vivi e morti, sottraendo le solite province escluse dal voto ecc. ecc. , si giunge ad un totale di 43.466.000 abitanti (arrotondiamo a 44 mil), mentre gli aventi diritto al voto (applicando il valore del 60 % su 44 mil.) giungiamo ad avere 26.400.000 possibili elettori.
L'Avv. Malnati non pretende di essere preciso al 100 %, ma …facendo la solita ripartizione per le due aree Centro Nord, e Centro Sud, notiamo, che :



E’ palese che ISTAT e Togliatti, sono una cosa sola, ma mentre al Centro Nord la Stima dell'Avv. Malnati è carente di circa 2.100.000 elettori, le cifre per il Centro Sud, si assomigliano tutte (abbastanza), e non possiamo dire che è fuori strada !
A conti fatti quindi risulta una differenza di circa 2.600.000 iscritti in più a favore dell’area repubblicana.

Se confrontiamo gli iscritti con la popolazione Stimata (anch’essa ripartita per aree), si ha un’altra sorpresa :

Le percentuali infatti non tornano, e pur avendo una media nazionale vicina al 60 % di partenza, la differenze tra la media del Centro Nord e Centro Sud e a dir poco singolare (11 %), andando contro ogni logica !

Cosa è successo quindi, …che una differenza di iscritti tra Nord e Sud, che doveva essere di 2.688.000 unità (valore Stimato) è divenuta una differenza reale di 5.241.000 unità, a favore dell’area repubblicana. Ecco “la sicurezza” di Romita !!


Perché aumentare in questo modo il corpo elettorale ?
Possiamo fare due supposizioni, e tutte e due trovano conferma nei dati e nelle prove.
1) Aumentando il numero reale dei votanti, fu possibile creare uno spazio di manovra a livello circoscrizionale, evitando di rendere la manovra troppo visibile.
2) Nel caso non si fosse potuto (per qualche motivo) effettuare il RITOCCO, si sarebbe potuto invocare la mancanza del Quorum, per invalidare l’eventuale vittoria avversaria…


Elettori Votanti
Ed ora vediamo i votanti, cioè coloro che iscritti nelle liste elettorali ed aventi diritto al voto, votarono “davvero”, o meglio risultarono votanti.
Ricordiamo la dichiarazione di Degasperi, ad urne ormai chiuse, dove ai giornalisti dichiarò che la “partecipazione al voto era stata altissima, e coincidente tra il 75% ed il 90 %.”
I dati ISTAT del 1948, anche in questo caso, ci danno una mano …infatti parlano di 24.947.287 votanti, pari all’ 89,1 %.

Praticamente, ciò che doveva essere per Degasperi, una punta massima, è diventata nientemeno che la Media Nazionale ! Non possiamo pensare che il Presidente del Consiglio abbia inventato quei dati, e del resto, il fatto che il Viminale si sia ben guardato dal comunicare ufficialmente questo dato, la dice lunga, ma non bisogna fermarsi a questo anticipo, le sorprese continuano…

Nessuna provincia sta sotto all’85 % tranne Messina 82,5 %, Trapani 82,9 % e Massa 83,4 %

Suddividendo però ancora tale percentuale per le due consuete aree geografiche troviamo che il risultato non è uniforme sull’intero territorio nazionale


Se aggiungiamo a ciò il fatto che sempre secondo l’ISTAT (1948), 1.516.043 certificati elettorali non furono consegnati e/o ritirati (dei 28 mil.) la percentuale reale di votanti (Ufficiale) sale ancora arrivando ad una media nazionale del 94,6 %, ma anche questo non deve stupire, abbiamo città infatti dove tale percentuale è superata :

Per quanto riguarda Trento, non avendo dati circa i certificati elettorali non consegnati o ritirati, abbiamo certezza che tale percentuale potrebbe essere stata ancora maggiore !!

A suffragare la certezza dei voti aggiunti, ci vengono in aiuto i dati riguardanti la differenza tra consultazione elettorali delle “Comunali” del marzo/aprile 1946, nel complesso di 114 centri con popolazione sopra i 30.000 abitanti e la consultazione per referendum + costituente di giugno, dove si ebbe una differenza di voti in più, pari a 539.722 unità (+13,2 %). Trasferendo questo aumento percentuale sull’intero corpo elettorale abbiamo circa 3.000.000 di voti aggiunti !
Certo le due consultazioni avevano diverso carattere e richiamo, ma comunque i dati per quanto ci si sforzi di analizzarli criticamente, portano sempre ad un numero di voti superiore…
Ed infatti se facciamo la differenza tra media voti validi per sezione tra il prospetto No.1 di Degasperi 4 giugno ore 08.00 e media voti validi per sezione del comunicato ANSA del 5 giugno ore 24.00, …notiamo un incremento di oltre 2.400.000 voti, senza essere spiegato statisticamente in quanto le sezioni scrutinate elencate sul prospetto No.1 sono già oltre il 10 %, quindi un campione più che valido !

L’ultima prova, quella che conferma dove vennero applicate le maggiorazioni, e da chi…
Abbiamo già detto che assieme al Referendum si votò anche per l’Assemblea Costituente. La sinistra Politica (insieme dei partiti e movimenti di sinistra) ottenne nel giugno 1946 un ottimo risultato, che non venne più ripetuto alle politiche del 1948. La sconfitta nel 1948, che per anni fu vanto di Degasperi, Einaudi e altri, non ultimo anche il Clero in Italia, non fu determinata da un regresso dei voti, o più semplicemente in un ripensamento del corpo elettorale, bensì all’annullamento dello zoccolo dovuto al RITOCCO referendario del 1946.

Infatti, i voti validi, dovendo “combaciare”, tra referendum e costituente, furono aggiunti anche per la Costituente, a quei partiti che avevano in quel momento la situazione “sotto controllo”, e quindi beneficiarono del Bonus, soprattutto Partito Comunista e il Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria.

Tutta la sinistra politica infatti, passò dal 46,66% della Costituente del 1946 al 40,94% delle Politiche del 1948. Ripartendo anche questi dati ISTAT per le due solite Aree geografiche, otteniamo quanto segue :

In pratica, dove i voti non furono alterati, la Sinistra Politica al Centro Sud ottenne anche un marginale aumento di consenso, mentre al Centro Nord dove l’alterazione era stata applicata, la Sinistra Politica non poté far altro che rientrare nelle sue reali possibilità.