L'avvento del Fascismo

All’alba della nuova era repubblicana, cancellata la Monarchica con un “tratto di inchiostro verde”, i politicanti ed i falsari di questo Paese si ritrovarono a dover nascondere pure le loro precedenti responsabilità attribuendo i cocci lasciati dal ventennio fascista a chi non poteva più difendersi. Così ancora una volta come già successo a Peschiera nel 1917 e a Pescara nel 1943, venne in aiuto l’intramontabile Re Vittorio Emanuele III su cui sono state fatte ricadere tutte le responsabilità e tutti gli oneri…
L’accusa chiaramente non scherza, SM il Re non firmò lo stato d’assedio autorizzando indirettamente la marcia su Roma dei fascisti, e per favorire ancor più Mussolini gli affidò la carica di Presidente del Consiglio !
Uno straniero, sprovveduto di storia Patria che abbia potuto leggere le cronache ed i giornali dell’epoca non sarebbe capace anche di proposito, di formulare una “patacca” meno credibile, …ma andiamo con ordine :
Gli anni 1920 - 22 furono di estrema conflittualità politica.
La XXV Legislatura (dic. '19 - apr. '21) durò solo 1 anno, 4 mesi e 13 giorni, e nella sua breve vita si avvicendarono tre governi (Nitti 1, Nitti 2 e Giolitti 5).
La XXVI Legislatura (giu. '21 - ott. '22) fu anch'essa di breve durata : durò solo 1 anno, 4 mesi e 27 giorni, con i Governi di Bonomi 1, Facta 1 e Facta 2.
Il Presidente della Camera faticava ad arginare l'aspra conflittualità parlamentare, tanto che, nonostante il suo impegno, non fu possibile attuare l'auspicato "patto di pacificazione".
Il giorno 26 ottobre 1922 (alla vigilia della marcia su Roma) i ministri del Governo Facta sono tutti dimissionari.
Alle sei del mattino del giorno 28 però, preoccupati dell’evolversi della situazione proclamano lo stato d'assedio, tanto che i manifesti li fanno anche affiggere per strada, salvo poi riservarne uno alla firma del Re, cercando in tal modo (visto che sono dimissionari), di addossare la responsabilità del sicuro bagno di sangue conseguente all’imposizione del mantenimento dell’ordine pubblico. Insomma le sommosse di Milano del 1898 erano ancora nella memoria di tutti !
SM il Re Vittorio Emanuele III però, non si fa prendere dal panico, e non firma lo stato d’assedio. Realisticamente informato della situazione infatti, sa che questa soluzione avrebbe portato alla guerra civile. I numeri parlano chiaro, De Felice (Breve Storia del Fascismo - Mondadori) parla di circa 25-30.000 fascisti radunatisi attorno a Roma. Essi divennero poi più di 70.000 quando entrarono in città, a fronte dei 28.400 soldati a difesa della capitale stessa.
Sarebbe stata una carneficina, senza contare la possibile defezione di parte delle forze armate in presidio (anche i soldati fanno parte del popolo… non dimentichiamolo !)
Poteva un Re costituzionale, fungere da primo ministro e ordinare ai suoi soldati d'aprire il fuoco contro i manifestanti non violenti, o violenti che fossero ? E ciò a prescindere dal fatto che tra quei manifestanti vi erano valorosi combattenti della Grande Guerra appena finita ?
Questa repressione quant’anche fosse riuscita, avrebbe solo posto la Corona contro i proletari, contro i borghesi, contro il Popolo insomma, che, non dimentichiamolo, avanzava legittime richieste, …pane, lavoro, stabilità e ordine.
Re Vittorio Emanuele III non volle, dimostrandosi un sovrano attento alle richieste del popolo.
Opinare poi con i parametri odierni è faciloneria o disonestà, e il successivo atto d’affidare la possibilità di formare il nuovo governo a Mussolini, fu a mia modesta valutazione un’altra prova di ragionata logica, l'unica possibile soluzione.
E non è soltanto una mia valutazione.
Ecco la testimonianza di Giolitti : la crisi "era in cancrena e non lasciava altra via di scampo". E quella di De Gasperi : "Crediamo oggi che sia l'unico governo possibile e non pensiamo certo di sbarrargli la strada..."
La fiducia al nuovo Governo e anche i pieni poteri al fascismo di Mussolini però, non vengono dati dal Re, ma dalla Camera dei deputati, presieduta dall'On. Enrico De Nicola, con 306 voti contro 116 e 7 astenuti, e occorre ricordare che a quel tempo, i fascisti, avevano in parlamento solo 35 deputati !
Ancora Giolitti, uomo della Destra Storica, il giorno del voto dichiarò di approvare in pieno il discorso di Mussolini, e aggiunse che la Camera aveva il governo che si meritava, in quanto non avendo saputo darsene uno, il Paese se lo era dato da sé (“Corriere della Sera”, 17 novembre 1922).
Il Re non fu entusiasta del fascismo. Subì il fascismo e per vent’anni fece il possibile per contenere le sue stravaganze ed i suoi estremismi. Questo permise all’Italia, di chiudere anni dopo una guerra persa in modo molto meno traumatico della Germania, che guarda caso, essendo una repubblica e non avendo “tra i piedi” un sovrano, sommava nella persona di Hitler i poteri di Capo dello Stato e di Capo del Governo.
Se vogliamo addossare a SM il Re Vittorio Emanuele III una colpa, è quella di non essersi fatto beffa della Costituzione, ma di averla invece sempre osservata e garantita, anche di fronte a persone che la prendevano a calci, arrivando a sacrificare una Figlia a Buchenwald, del suo prestigio, della Corona e dell'Italia intera nelle mani di potenze straniere !
Di questo possiamo dire che è colpevole, ma da Italiani amanti delle Libertà, della Giustizia e della Democrazia dobbiamo ugualmente dirgli grazie !
Per concludere con le parole di G. Amendola :
“La irresponsabilità delle forze politiche che non riuscirono a formare un governo causò l'incarico a Mussolini"