Giugno 2007 - Finalmente la verità

Finalmente la verità su Via Medina

Il Corriere della Sera di Mercoledì 6 giugno 2007 rievoca, forse per la prima volta dal 1946, i fatti che videro Napoli insorgere contro i brogli del referendum istituzionale.
Particolarmente cruenti gli incidenti verificatesi in via Medina, sotto la sede della federazione comunista dalla quale era stata esposta la bandiera tricolore senza lo stemma sabaudo. I morti in quei giorni furono 12, i feriti quasi 200.




Su quei fatti il silenzio è calato per sessant'anni; non c'è una lapide che li ricordi.
Pubblichiamo l'articolo scritto da Antonio Carioti sulla terribile repressione antimonarchica (Corriere della Sera, pag. 41 – Rubrica “Terza Pagina”, 6 Giugno 2007) in occasione della recensione del recente libro di Marco Demarco.

L’episodio del 1946
I dimostranti monarchici abbattuti dalla mitraglia
Di Antonio Carioti

6 Giugno 2007La strage di Napoli dell'11 giugno 1946, ricordata da Marco Demarco nel suo libro, segna l'apice dei disordini seguiti al referendum istituzionale. Il 2 giugno la repubblica ottiene 12 milioni di voti e la monarchia 10. Ma l'Italia e spaccata: il Sud e per i Savoia, il Nord contro. E la legge, per la quale la maggioranza va calcolata sul totale dei votanti» (incluse quindi, parrebbe, le schede bianche e nulle), fornisce un appiglio formale ai ricorsi presentati dai monarchici. Il 10 giugno la Cassazione ufficializza il verdetto delle urne, ma non proclama la repubblica, riservandosi di esaminare le contestazioni. Il governo, guidato da Alcide De Gasperi, cerca un accordo con il re Umberto II per avviare il trapasso dei poteri, ma la corona rifiuta. L'indomani nel Sud si scatena la piazza monarchica. A Napoli, già teatro in precedenza di scontri sanguinosi, la folla assale la sede del Pci, in via Medina, dov'è stato esposto un tricolore senza lo stemma sabaudo. Tra i manifestanti c'è anche il quattordicenne Biagio de Giovanni, futuro intellettuale comunista: «Già leggevo Hegel - dichiara oggi a Demarco - ero monarchico perché credevo all'unita dello Stato. (...) Scappai quando la situazione s'incanaglì». Quel giorno a via Medina scoppia infatti una violenta battaglia, risolta dalle mitragliatrici della polizia ausiliaria (composta perlopiù di ex partigiani), the falciano i dimostranti: sul terreno restano diversi morti, tutti monarchici. Due giorni dopo Umberto II lascia l'Italia.