Achille Lauro (Piano di Sorrento, 16 giugno 1887 – Napoli, 15 novembre 1982) è stato un armatore, politico e dirigente sportivo italiano.
Quinto dei sei figli dell'armatore Gioacchino e di Laura Cafiero, fu a sua volta armatore e fondatore della Flotta Lauro, una delle più potenti flotte italiane di tutti i tempi e tra le più importanti aziende del meridione, nonché di un vero e proprio impero finanziario. Fondamentale per la crescita delle sue attività fu l'intuizione della compartecipazione alle sue attività da parte dei suoi dipendenti.
Godette fama di grande amatore, e sulle sue inusitate "doti" il popolino creò una vera e propria leggenda.
Quinto dei sei figli dell'armatore Gioacchino e di Laura Cafiero, fu a sua volta armatore e fondatore della Flotta Lauro, una delle più potenti flotte italiane di tutti i tempi e tra le più importanti aziende del meridione, nonché di un vero e proprio impero finanziario. Fondamentale per la crescita delle sue attività fu l'intuizione della compartecipazione alle sue attività da parte dei suoi dipendenti.
Godette fama di grande amatore, e sulle sue inusitate "doti" il popolino creò una vera e propria leggenda.
Durante il ventennio fascista fu nominato consigliere nazionale della Camera dei Fasci e delle Corporazioni, facilitato in questa operazione dalla famiglia Ciano, che apparteneva al mondo armatoriale. Sempre in quel periodo ottenne la carica di presidente della squadra di calcio del Napoli prendendo il posto che fu di Ascarelli. Durante la sua lunga presidenza il Napoli visse più di colpi di mercato e promesse di grandezza che di risultati degni di nota (accanto a due retrocessioni poté vantare la sola conquista di una Coppa Italia e di una coppa delle Alpi) ma fu comunque per Lauro una enorme cassa di risonanza in grado di diffondere ancor più il suo nome fra la gente.
Nel dopoguerra dopo una iniziale adesione al movimento dell'Uomo Qualunque, si avvicinò al movimento monarchico di Alfredo Covelli determinando col suo apporto finanziario la nascita del Partito Nazionale Monarchico (PNM); fu lungamente sindaco di Napoli, tanto amato quanto discusso in particolare per come gestì la cosa pubblica mostrando mancanza di considerazione nei confronti degli avversari politici, delle forze sociali e degli stessi compagni di coalizione. Durante il suo mandato ebbe inizio la speculazione edilizia nella città di Napoli che fu duramente descritta nel film Le mani sulla città di Francesco Rosi.
Come uomo politico fu dotato di grande carisma e addirittura "venerato" da gran parte dei napoletani, tanto che nelle elezioni comunali del 1952 e 1956 riuscì ad arrivare fino a circa trecentomila preferenze, quota mai raggiunta prima da un candidato alle elezioni locali. Nelle politiche del 1953 ottenne 680 mila preferenze alla Camera, anche questa quota mai raggiunta fino ad allora da nessun deputato.
Nel dopoguerra dopo una iniziale adesione al movimento dell'Uomo Qualunque, si avvicinò al movimento monarchico di Alfredo Covelli determinando col suo apporto finanziario la nascita del Partito Nazionale Monarchico (PNM); fu lungamente sindaco di Napoli, tanto amato quanto discusso in particolare per come gestì la cosa pubblica mostrando mancanza di considerazione nei confronti degli avversari politici, delle forze sociali e degli stessi compagni di coalizione. Durante il suo mandato ebbe inizio la speculazione edilizia nella città di Napoli che fu duramente descritta nel film Le mani sulla città di Francesco Rosi.
Come uomo politico fu dotato di grande carisma e addirittura "venerato" da gran parte dei napoletani, tanto che nelle elezioni comunali del 1952 e 1956 riuscì ad arrivare fino a circa trecentomila preferenze, quota mai raggiunta prima da un candidato alle elezioni locali. Nelle politiche del 1953 ottenne 680 mila preferenze alla Camera, anche questa quota mai raggiunta fino ad allora da nessun deputato.