Cefalonia : …le Forze Armate stanno a guardare
Il Gen. Gandin fu un “traditore”
Di Massimo Filippini
30 Settembre 2009
In vista di futuri Convegni in cui la vicenda di Cefalonia sarà ‘trattata’ sempre allo stesso modo –spero che ciò non avvenga a Spigno Saturnia (LT) il 9 ottobre pv.- mi piace riportare alcune considerazioni da me espresse nell’ormai lontano 2004 che però, alla verifica dei fatti, sembrano del tutto attuali.
Le ripropongo di seguito con qualche piccola modifica dovuta al passare del tempo ma la sostanza è sempre la stessa:
“Lo confesso: distratto dalle corrosive ma, tutto sommato, divertenti critiche di cui Isabella Insolvibile (Isainso per i suoi amici delle Associazioni Acqui, Mediterraneo e A. N. R. P. (suo editore) tutti rigorosamente schierati sulle sue posizioni,
mi fece omaggio nel suo "capolavoro", (La Resistenza di Cefalonia tra memoria e storia ed. anrp 2004), avevo colpevolmente sorvolato sul suo giudizio nei confronti del gen. GANDIN da lei considerato, nella scia di Paolo Paoletti, come un TRADITORE della Divisione Acqui.
A riprova di ciò riporto un breve stralcio di quanto ha scritto colei la cui presenza, in fattivi ruoli e non come semplice spettatrice, è una costante dei Convegni e delle Commemorazioni di Cefalonia,organizzati dalle FORZE ARMATE le quali, se la logica ha un senso, si deve ritenere siano orgogliose di ospitarvi un personaggio che, come la Insolvibile, considera il gen. GANDIN alla stregua di un TRADITORE
indegno della Medaglia d'Oro ricevuta.
Alle pagine 18 e segg. del suo libro ella, infatti, scrive:
"I TRADITI DI CEFALONIA di Paolo Paoletti contiene la più precisa ricostruzione
(CON LA QUALE SI CONCORDA E ALLA QUALE SI RIMANDA) degli eventi accaduti nell'isola nel biennio 1943 - 1944.
"Il grande traditore della Divisione Acqui è, secondo lo studioso -(con il quale ella concorda, ndr.)- il generale Antonio Gandin....
"Tanti i responsabili, MA FRA LORO SPICCA GANDIN, il generale che per tanto tempo è stato considerato il padre di quelle migliaia di "figli di mamma".
Il Gen. Gandin fu un “traditore”
Di Massimo Filippini
30 Settembre 2009
In vista di futuri Convegni in cui la vicenda di Cefalonia sarà ‘trattata’ sempre allo stesso modo –spero che ciò non avvenga a Spigno Saturnia (LT) il 9 ottobre pv.- mi piace riportare alcune considerazioni da me espresse nell’ormai lontano 2004 che però, alla verifica dei fatti, sembrano del tutto attuali.
Le ripropongo di seguito con qualche piccola modifica dovuta al passare del tempo ma la sostanza è sempre la stessa:
“Lo confesso: distratto dalle corrosive ma, tutto sommato, divertenti critiche di cui Isabella Insolvibile (Isainso per i suoi amici delle Associazioni Acqui, Mediterraneo e A. N. R. P. (suo editore) tutti rigorosamente schierati sulle sue posizioni,
mi fece omaggio nel suo "capolavoro", (La Resistenza di Cefalonia tra memoria e storia ed. anrp 2004), avevo colpevolmente sorvolato sul suo giudizio nei confronti del gen. GANDIN da lei considerato, nella scia di Paolo Paoletti, come un TRADITORE della Divisione Acqui.
A riprova di ciò riporto un breve stralcio di quanto ha scritto colei la cui presenza, in fattivi ruoli e non come semplice spettatrice, è una costante dei Convegni e delle Commemorazioni di Cefalonia,organizzati dalle FORZE ARMATE le quali, se la logica ha un senso, si deve ritenere siano orgogliose di ospitarvi un personaggio che, come la Insolvibile, considera il gen. GANDIN alla stregua di un TRADITORE
indegno della Medaglia d'Oro ricevuta.
Alle pagine 18 e segg. del suo libro ella, infatti, scrive:
"I TRADITI DI CEFALONIA di Paolo Paoletti contiene la più precisa ricostruzione
(CON LA QUALE SI CONCORDA E ALLA QUALE SI RIMANDA) degli eventi accaduti nell'isola nel biennio 1943 - 1944.
"Il grande traditore della Divisione Acqui è, secondo lo studioso -(con il quale ella concorda, ndr.)- il generale Antonio Gandin....
"Tanti i responsabili, MA FRA LORO SPICCA GANDIN, il generale che per tanto tempo è stato considerato il padre di quelle migliaia di "figli di mamma".
Con ciò anche quel che restava della residua onorabilità del povero Gandin crolla definitivamente sotto i duri affondi della "valente" ricercatrice i cui orizzonti culturali spaziano, evidentemente, dagli insegnamenti del Professor Guido D'Agostino, Direttore dell'Istituto Campano per la Storia della Resistenza ed esponente di spicco del PARTITO DELLA RIFONDAZIONE COMUNISTA, alle letture, per quanto riguarda Cefalonia, dello studioso Paolo Paoletti da Firenze, improvvisatosi Pubblico Ministero contro il gen. Gandin in una Requisitoria postuma di 350 pagine, colma di affermazioni apodittiche e preconcette nonchè della peggiore boria e alterigia che solo i toscani più antipatici e presuntuosi sono capaci di sfoggiare.
Non a caso perfino l'autore della prefazione del suo libro appare sbigottito al punto di definire quelle di Paoletti , "valutazioni molto aspre e polemiche, forse eccessive"; ma ciò non ha impedito alla 'ricercatrice' Insolvibile di concordare pienamente con esse.
Ciò premesso riteniamo giunta l'ora -per le nostre Forze Armate- di dare la massima pubblicità a quanto sostenuto, in buona compagnia, dalla Insolvibile, approntando magari una bella TAVOLA ROTONDA nel corso della quale ella, con l'assistenza di un altro ben accetto frequentatore di ambienti militari oltre che di quelli "rifondaroli", cioè il prof. D'Agostino e del 'nume' tutelare della verità di Cefalonia, Paoletti, possa esplicitare i risultati delle sue ricerche che, senz'altro, troveranno 'ottima accoglienza' da parte delle alte sfere militari.
In fin dei conti non capita tutti i giorni di venire a sapere quel che per sessant'anni non s'era saputo e cioè che IL GENERALE ANTONIO GANDIN FU UN TRADITORE
e ciò ad opera di una giovine ricercatrice cui conferiscono meritato lustro le letture "gramsciane" di cui fa sfoggio con frequenza in relazione alla vicenda di Cefalonia oltre alle altre compiute in quella che ella definisce la sua "famiglia d'adozione", cioè l'Istituto Campano per la Storia della Resistenza ovvero quelle suggerite da illustri docenti universitari -come D'Agostino- tutti rigorosamente appartenenti alla storiografia di sinistra, schieramento che solo un revisionista 'incompetente' come il sottoscritto, poteva definire dei "PINOCCHI MARXISTI".
C'è da augurarsi, pertanto, che le FF AA, organizzino apposite conferenze -magari itineranti- in cui i tre sunnominati espongano, al colto e all'inclita, il loro immenso scibile su Cefalonia, magari con una spruzzatina di pensiero "gramsciano" ad opera dell'Insolvibile.
A tale scopo esse potranno senz'altro usufruire dell'apporto culturale di Associazioni come la 'Acqui' presieduta dalla figlia di un colonnello che NON morì a Cefalonia o la ‘Mediterraneo’ di Cefalonia diretta da alcuni gentili signore nulla aventi a che fare con la vicenda di cui sono ignorantissime illustratrici ovvero l'Ass. Naz. Reduci Prigionìa, (ANRP), editrice del libro ed annoverante tra i componenti del Consiglio Direttivo, i generali Cavalera e Cappuzzo che saranno di certo lieti nell'apprendere dalla 'brillante' ricercatrice che il loro defunto collega Medaglia d’Oro al V. M. alla Memoria gen. Gandin altri non fu che un miserabile traditore. D’altronde è noto che nella vita non si finisce mai di imparare.
La mia speranza è che il presente appello non rimanga inascoltato e pertanto, qualora non trovasse pronta eco, il sottoscritto si vedrà costretto a ripeterlo direttamente al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito confidando in un positivo riscontro che permetta alle FF AA di scegliere una volta per tutte la posizione definitiva da avere sull'argomento: a "Sinistra" naturalmente.
Tratto da Politicamentecorretto.com
Fonte : Cefalonia.it
Non a caso perfino l'autore della prefazione del suo libro appare sbigottito al punto di definire quelle di Paoletti , "valutazioni molto aspre e polemiche, forse eccessive"; ma ciò non ha impedito alla 'ricercatrice' Insolvibile di concordare pienamente con esse.
Ciò premesso riteniamo giunta l'ora -per le nostre Forze Armate- di dare la massima pubblicità a quanto sostenuto, in buona compagnia, dalla Insolvibile, approntando magari una bella TAVOLA ROTONDA nel corso della quale ella, con l'assistenza di un altro ben accetto frequentatore di ambienti militari oltre che di quelli "rifondaroli", cioè il prof. D'Agostino e del 'nume' tutelare della verità di Cefalonia, Paoletti, possa esplicitare i risultati delle sue ricerche che, senz'altro, troveranno 'ottima accoglienza' da parte delle alte sfere militari.
In fin dei conti non capita tutti i giorni di venire a sapere quel che per sessant'anni non s'era saputo e cioè che IL GENERALE ANTONIO GANDIN FU UN TRADITORE
e ciò ad opera di una giovine ricercatrice cui conferiscono meritato lustro le letture "gramsciane" di cui fa sfoggio con frequenza in relazione alla vicenda di Cefalonia oltre alle altre compiute in quella che ella definisce la sua "famiglia d'adozione", cioè l'Istituto Campano per la Storia della Resistenza ovvero quelle suggerite da illustri docenti universitari -come D'Agostino- tutti rigorosamente appartenenti alla storiografia di sinistra, schieramento che solo un revisionista 'incompetente' come il sottoscritto, poteva definire dei "PINOCCHI MARXISTI".
C'è da augurarsi, pertanto, che le FF AA, organizzino apposite conferenze -magari itineranti- in cui i tre sunnominati espongano, al colto e all'inclita, il loro immenso scibile su Cefalonia, magari con una spruzzatina di pensiero "gramsciano" ad opera dell'Insolvibile.
A tale scopo esse potranno senz'altro usufruire dell'apporto culturale di Associazioni come la 'Acqui' presieduta dalla figlia di un colonnello che NON morì a Cefalonia o la ‘Mediterraneo’ di Cefalonia diretta da alcuni gentili signore nulla aventi a che fare con la vicenda di cui sono ignorantissime illustratrici ovvero l'Ass. Naz. Reduci Prigionìa, (ANRP), editrice del libro ed annoverante tra i componenti del Consiglio Direttivo, i generali Cavalera e Cappuzzo che saranno di certo lieti nell'apprendere dalla 'brillante' ricercatrice che il loro defunto collega Medaglia d’Oro al V. M. alla Memoria gen. Gandin altri non fu che un miserabile traditore. D’altronde è noto che nella vita non si finisce mai di imparare.
La mia speranza è che il presente appello non rimanga inascoltato e pertanto, qualora non trovasse pronta eco, il sottoscritto si vedrà costretto a ripeterlo direttamente al Capo di Stato Maggiore dell'Esercito confidando in un positivo riscontro che permetta alle FF AA di scegliere una volta per tutte la posizione definitiva da avere sull'argomento: a "Sinistra" naturalmente.
Tratto da Politicamentecorretto.com
Fonte : Cefalonia.it