La guerra combattuta - vita sul campo
Inutili macelli o curiose combinazioni ?
Un altro luogo comune sulla Grande Guerra, parla di inutili macelli e di soldati mandati a morire senza scopo. Può darsi che nello spazio operativo concesso ai comandanti responsabili dei vari settori, sia potuto succedere, e che oggi, lontani nel tempo, nelle aspettative sociali e nella cultura corrente, appaia vero. Occorre però guardare agli eventi che si verificarono all’epoca, avendo in mente una situazione globale. Facendo ciò, e confrontando le date delle varie battaglie svoltesi sul fronte Francese, Italiano e Russo non possiamo non notare diverse volte una curiosa coincidenza di simultaneità. In parole povere, ad ogni offensiva tedesca sul fronte occidentale (sulle Fiandre o sulla Champagne) corrisponde da li a poco una improvvisata offensiva russa di alleggerimento o come venivano chiamate da Cadorna una “rettifica della linea del fronte”. L’assalto cioè ad un inutile saliente, una sconosciuta cima, un punto d’osservazione.
Perché questo ? Cosa vuol dire ciò ?
Vuol dire che la direzione totale della Guerra, l’hanno in pugno Francia e Gran Bretagna. Loro hanno il controllo dei traffici e dei rifornimenti mondiali, e loro impongono le necessità e le priorità operative della guerra.
Del resto all’Italia non viene lasciato neppure il comando navale delle operazioni con-giunte in Adriatico, tanto è vero che SAR il Principe Luigi di Savoia Duca degli Abruzzi, rassegna le dimissioni da Comandante in capo della squadra da battaglia quando si rende conto che non è neppure padrone di uscire in mare aperto con la sue navi per un’azione dimostrativa o di addestramento.
E così, soprattutto sul fronte russo, ogniqualvolta i tedeschi mettono in difficoltà i franco-britannici (in Francia appunto o in Belgio), i francesi premono sullo Zar Nicola o sul Comando italiano, per scatenare un poco di Caos al tergo dello scacchiere francese, …che serva insomma a richiamare forze e quindi ad alleggerire la pressione in Francia. Ecco perché tante nostre offensive, possono dare l’impressione di non essere state preparate con il dovuto tempo neces-sario ad avere obiettivi credibili o realizzabili.
Questo chiaramente, visto dal campo di battaglia, induce a pensare che parte delle nostre offensive non hanno senso, ma le stesse offensive, viste nell’economia globale della guerra su tutti i fronti, il senso lo trovano eccome.
Si tratta di dargli la giusta interpretazione.
Nel dopoguerra però, saranno gli stessi francesi ed inglesi a mascherare questa verità, per accrescere la loro importanza nella vittoria finale.
Saranno loro infatti a dichiarare ironicamente che “…gli italiani restarono inchiodati sull’Isonzo per 11 battaglie !”, ignorando quando Lloyd George aveva cavallerescamente confermato circa le nostre capacità e progressi offensivi e le difficoltà del terreno del fronte italiano.
Vale la pena ricordare che i Russi, si sveneranno in questo “giochino”, e quando non serviranno più, (perché nel 1917, entrano in guerra anche gli Americani), saranno scaricati come bagaglio scomodo. La vergogna più incredibile, viene toccata dai Britannici.
Nel 1917, lo Zar di Russia Nicola II, dopo aver abdicato, aveva avuto dalla neonata repubblica Russa, il permesso di partire per l’esilio, e l’unica meta possibile dato il blocco navale era Il Regno Unito. Ma il Regno Unito si rifiutò di accogliere l’ex Zar, suo sfortunato alleato che aveva messo in gioco tutto il suo prestigio, il suo onore ed il suo Paese per servire l’alleanza dell’Intesa. Poi in Russia venne il Soviet, che si divorò la repubblica, e trucidò lo Zar con la sua famiglia nella cantina di una casa di campagna, dov’era ormai imprigionato come un criminale ! Vergogna infinita… Questi sono tradimenti, ma nessuno ne parla mai !
Alberto Conterio