Caporetto e le sue conseguenze
La verità sugli aiuti stranieri
Per comprendere correttamente l’entità degli aiuti alleati portati sul fronte italiano, è opportuno avere dei parametri di confronto. Gli italiani nei giorni di Caporetto, ebbero 30.000 morti, 300.000 dispersi (tra soldati e civili) e circa 300.000 soldati fatti prigionieri.
Vedere Documento – Esodo delle donne e/o popolazioni friulane dopo Caporetto
Questo vuol dire che numericamente, si aprì una falla di circa 450.000 uomini in armi sul fronte. Inoltre erano state perse non meno di 4.000 bocche da fuoco. Una enormità !
Praticamente però questo “vuoto” sul Piave non si avvertì, perché la lunghezza effettiva del fronte da tenere, era pari ad un terzo del fronte tenuto sui monti prima dell’offensiva nemica. Di fatto insomma, la densità di uomini e bocche da fuoco per chilometro di fronte, è pressap-poco la stessa di partenza. Qui è, la spiegazione della scelta del Re di arrestare la linea al Piave e non oltre, perché quello era il fronte minimo da tenere, cioè il più corto. Un dettaglio che non tutti compresero subito, ma che fu invece fondamentale. Se ci fossimo ritirati al Mincio, come volevano gli alleati, ci sarebbero occorsi molti più uomini di quelli che avevamo a disposizione, ancora più di quelli che avevamo perso, perché il fronte a quel punto sarebbe stato ubicato in pianura e non sulle montagne, …senza pensare alle artiglierie, dovendo difendere un fronte tre volte più ampio di quello che difendemmo.
Ed ora vediamo quali furono aiuti stranieri…
Chiariamo una volta per tutti, gli aiuti furono irrilevanti. Punto e basta.
Un dato che non lascia dubbi in proposito, rimane quello tragico se vogliamo dei morti in bat-taglia…
In tutta la durata della guerra ai 4375 italiani morti sul fronte francese, fanno eco un totale di 1841 morti alleati sul fronte italiano, di cui 1024 inglesi, 480 francesi, 336 cekoslovacchi ed 1 americano.
Fu più utile l’aiuto dei “nemici” Romeni, che quelli degli alleati franco britannici
Vedere DS.065 - La collaborazione Romena alla guerra in Italia
Alberto Conterio