La Prima Guerra Mondiale ed il suo tempo
Luoghi comuni oggi e considerazioni politiche
Un errore che spesso viene fatto, o che è più giusto dire, viene volutamente fatto, è quello di confrontare i fatti storici accaduti un tempo al nostro standard attuale di valori e di conoscenza.
Si usa per così dire il “senno di poi”, per puntare il dito su chi non ci è simpatico ad esempio, accusandolo d’aver fatto scelte errate, scellerate o criminali, oppure per non averle fatte. Si guarda ai fatti accaduti, facendo il confronto con le aspettative sociali d’oggi. In breve non regoliamo i parametri dei fatti al tempo ed alla situazione contingente al periodo in cui i fatti stessi si sono svolti. Giudicando i fatti di più di mezzo secolo orsono con i canoni odierni si corre il rischio di avere una visione distorta degli avvenimenti e del contesto in cui si svolsero e di discuterne usando due linguaggi diversi, quello della storia e quello della cronaca, con i quali è difficile intendersi.
Tenendo in considerazione quanto appena affermato, secondo i canoni odierni, del politicamente corretto – dove avere un’opinione personale è sempre impegnativo, mentre avallare un opinione comune è di sicuro vantaggio - la base di partenza per parlare in Italia di questo argomento si può riassumere nei questi punti :
- L’Italia entra in guerra dopo alcuni “giri di valzer” tradendo gli alleati tedeschi
- Occorre ringraziare gli alleati di questa vittoria, per gli aiuti avuti dopo la disfatta di Caporetto
- La vittoria è costata all’Italia 650.000 morti per ottenere ciò che avremmo ottenuto ugualmente per via diplomatica a guerra finita.
- Alla fine risultò una “vittoria mutilata”, perché produsse una crisi sociale profonda che portò l’Italia al fascismo
Chiariremo uno ad uno questi luoghi comuni costruiti su falsità e menzogne.
Per fare ciò, vale la pena ricordare che tra la prima e la seconda guerra mondiale l’Italia visse il fenomeno del fascismo, e che la Seconda Guerra Mondiale venne disastrosamente persa dall’Italia stessa.
Al suo termine, …con l’inganno si attua un cambiamento del sistema istituzionale. L’Italia suo malgrado, diventa una repubblica. (vedere Capitolo relativo su 2 giugno 1946 - Archivio Storico)
Ed è per rafforzare questa repubblica appena nata e rimarchiamolo, nata sul falso, che occorre cancellare al più presto il passato per togliere pericolosi punti di riferimento alla popolazione.
La Vittoria nella Grande Guerra è uno di questi punti di riferimento.
Non si può comunque, dare un colpo netto di spugna, (per fortuna o sfortuna, in Italia non si è potuto operare una rivoluzione culturale come fatto in Cina, dove il passato è stato bruciato in piazza) perché negli anni ’50 e ’60, sono in vita ancora molti reduci di questa epopea. Costoro poi godono tra la popolazione di un certo prestigio ed hanno ancora una buona memoria. Dire infatti che la Grande Guerra e la Vittoria riportata fu un errore attaccando frontalmente il “problema” poteva non essere conveniente, ed allora si cominciò a “lavorare” il problema ai fianchi. Tra l’altro, si utilizzano per cominciare, le bugie già messe in campo dai nostri “antichi” alleati (Francia e Gran Bretagna) per ridurre il nostro peso al tavolo della pace, oppure le bugie messe in campo dai nostri “nemici” del tempo. Sono menzogne, “passabili o credibili”, perché hanno tutte il vantaggio di trovare sicura sponda di conferma all’estero, …e noi italiani del do-poguerra lo sappiamo, …siamo estremamente esterofili !
Da questo, ecco germogliare le barzellette sull’incapacità dell’Italia militare di vincere la guerra da sola. Gli alleati ci diedero una mano dopo Caporetto per reggere la disfatta. Prima bestialità !
L’Italia ha avuto molti lutti, per ottenere ciò che gli alleati gli avrebbero garantito al termine della guerra se solo l’Italia fosse rimasta neutrale, …seconda bufala !! …ma li avete mai visti gli inglesi ed i francesi vestiti da Babbo Natale che regalano via qualche cosa ?
E veniamo alla terza bufala, cioè, l’inaffidabilità dell’Italia come popolo che tradisce gli alleati originali dopo i famosi “giri di valzer”.
Questi tre punti, rientrano in una fase (o linea di pensiero) generalista, anti italiana.
Fatto questo, si arriva ad abolire la giornata di festa dedicata, il 4 novembre …avvenuto nel 1977, e si può passare alla seconda fase, cioè la demonizzazione vera e propria della stessa guerra e della Patria che la generò. Questa vittoria, diventa una “cosa” sporca, immotiva-ta, dovuta alla follia di una classe dirigente assurda. In definitiva, si giunge ad attribuire al Re ed a Casa Savoia la responsabilità del fatto storico, e più importante che mai, dell’inutile strage risultante, che portò ad una crisi sociale profonda e dulcis in fundo …al fascismo.
Vedere sempre DS.060 - Polemiche nel 90° della Vittoria
E’ un piano quasi perfetto, che convince comodamente la maggioranza dell’odierna popolazione, ormai semi narcotizzata da mille notizie inutili, così com’è carente di qualsiasi base storica anche scolastica.
Una gloria del passato nostro, un passato nemmeno troppo lontano, che segnò l’Unità vera della nostra Patria confermandola in una vittoria internazionale - che vedeva impegnati tutti i popoli che contavano sulla scena mondiale - cade nell’oblio, anzi, viene assurta a motivo di divisione addirittura, e lo vedremo al termine di questo capitolo.
Vediamo a questo punto di “entrare nell’epoca” che generò questo fatto storico, per farlo sarà necessario spieganre brevemente alcuni fenomeni del tempo
Alberto Conterio