"Foibe marginali".
E Pisapia paga il libro ai negazionisti
Schiaffo a migliaia di morti: stampati dalla Civica
stamperia 150 volumi a colori dell'Anpi.
di Massimo Costa
19 febbraio 2012
L’opuscolo dello scandalo lo paghiamo noi. Quarantadue
pagine vergate dall’Anpi per definire il dramma delle foibe prima «un episodio
marginale della guerra», poi «la risposta (sbagliata e irrazionale) alla
persecuzione fascista». Il trattato che minimizza l’orrore comunista ha
ricevuto il patrocinio del Comune di Milano, il logo del Consiglio di Zona 3 e
- udite udite - anche i finanziamenti pubblici per la stampa delle copie.
Venerdì sera, davanti al parlamentino di quartiere, i militanti di Pdl e
Giovane Italia lo hanno urlato in centinaia: «La storia non si cancella». Per
riscrivere il passato, Palazzo Marino si è affidato all’Anpi facendo infuriare
gli esuli dell’associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che ha deciso
di annullare la mostra prevista per celebrare il «giorno del ricordo».
Così, ironia della sorte, nel primo anno di giunta Pisapia
l’associazione dei partigiani si è ritrovata ad essere l’unico custode della
memoria. Polemiche, scambi di accuse, proteste. Il volumetto di Enrico Wieser,
già presidente dell’Anpi-sezione Ortica, non prova nemmeno a nascondere il suo
intento pedagogico tinto di rosso: «Le foibe sono momenti tragici della recente
storia dell’Italia post fascista. Politicamente questo argomento è stato usato
per la battaglia anticomunista, per addossare al comunismo colpe che non ha avuto)».
Il tutto, ovviamente, finanziato con i soldi dei cittadini. La convenzione
stipulata da Palazzo Marino e Anpi, infatti, iscrive nel bilancio del Settore
Zona 3 la stampa dei libretti di Enrico Wieser.
Recita la delibera: «La stampa del materiale informativo
sarà a cura della Civica stamperia, consistente indicativamente in 150 opuscoli
a colori». Soldi che finiranno nero su bianco in un’interrogazione presentata
dal consigliere di Zona del Pdl Federico Santoro: «Vogliamo sapere quanto sono
costati gli opuscoli all’amministrazione. È una vergogna». Anche se fossero
mille euro - denuncia l’opposizione - sarebbero soldi versati alla propaganda
negazionista. Roberto Predolin, vicepresidente dell’associazione Venezia Giulia
e Dalmazia, lo considera uno schiaffo alle migliaia di morti: «La diffusione di
quel volume è un’offesa alle vittime. Si vuole falsare la storia, il sindaco
Giuliano Pisapia è il primo responsabile». Gli esuli, dopo aver inviato una
lettera al primo cittadino per esprimere lo sdegno riguardo alle iniziative del
Comune, chiedono un «momento di confronto pubblico sul tema delle Foibe».
Documenti alla mano, senza piegare l’orrore all’ideologia.
Il sindaco, che non ha mai nominato i crimini del comunismo
nel suo discorso (contestato) del 10 febbraio e nel 2004 aveva votato in
parlamento contro l’istituzione della «giornata del ricordo», è nel mirino del
centrodestra. Marco Osnato, consigliere comunale Pdl, invita la sinistra a
«mettere da parte i desideri di vendetta. Se secondo loro gli italiani caddero
da soli nelle foibe, lo dicano chiaramente». Per Carlo Fidanza,
europarlamentare azzurro, balza agli occhi la disparità di trattamento con le
altre ricorrenze storiche. «In piazza Fontana la sinistra invoca una memoria
condivisa, sulle Foibe invece mette in campo la strategia della negazione e
della mistificazione». Prima la mostra itinerante nelle Zone - dieci pannelli
nei quali non si cita mai il comunismo - poi l’opuscolo firmato da Wieser.
Invece di unire, la prima giornata del ricordo della svolta arancione verrà
ricordata per le polemiche (non ultima quella lanciata dal sindaco contro la
stampa rea di «non controllare le fonti»). Dicono gli esuli: «Le scelte
dell’amministrazione ci hanno allontanato dalle istituzioni». Alla fine del
primo mandato Pisapia mancano ancora altre quattro giornate del ricordo.
Tratto da : www.liberoquotidiano.it/