El Alamein, un ricordo a tutti i soldati


In questa pagina voglio ricordare gli Eroi che presero parte a questa battaglia, sicuramente la più famosa per noi italiani. Dal 22 ottobre al 2 novembre 1942 infatti come viene descritta da molti, è la guerra della buca, degli uomini, della loro fede, del loro valore, dei loro sacrifici sublimati fino alle estreme conseguenze.
185°, 186°, e 187°, questi i tre famosi reggimenti denominati "Cacciatori d'Africa", comprendenti la Divisione Folgore che arrestò per giorni quell'armata britannica composta di inglesi, neozelandesi e australiani del generale Montgomery, dopo l'esaurimento dell'avanzata nel deserto cirenaico - egiziano del Maresciallo Rommel.
La stessa stampa britannica, lo stesso Churchill, apprezzarono oltre ogni misura il sacrificio degli Italiani.

Il Tedesco Rommel (mai tenero con gli Italiani) lo avevano già fatto. Nel decorare con Croce di Ferro di Prima Classe il Comandante dell'VIII Reggimento Bersaglieri Ugo Montemurro, della Divisione Centauro, aveva detto che, se i soldati tedeschi avevano stupito il mondo, i bersaglieri italiani avevano stupito i soldati tedeschi.
Era un diretto encomio per i nostri soldati, oggi non più ricordati, quando non derisi o bistrattati.
Gli stessi soldati che troviamo sul Don tra mille difficoltà, a Nikolajewka, come all’ultima carica del Savoia Cavalleria ad Isbuscenskij, all’Amba Alagi in Etiopia, come i sommergibilisti in Atlantico o i marinai a Matapan, i mitici incursori della Decima Flottiglia Mas che tante pene diedero alla Royal Nany in mediterraneo. Ricordiamo ancora la difesa di Lero con il sacrificio dell’Ammiraglio Campioni dopo l’8 settembre, Cefalonia, i coraggiosi fanti alla battaglia di Montelungo nel dicembre del 1943 e tutti coloro che per ragioni di spazio è impossibile elencare in queste poche righe.
Tra i vari motti celebri dei corpi ed armi italiane, ve ne è uno che amo maggiormente, scritto sulla torretta di un carro armato recitava : “Oh uomo, favilla di Dio, se hai l’anima ingombra di sonno e di paura, seguirmi non potrai. I miei colori son di guerra, il mio canto sempre disperato !”
La Battaglia di El-Alamein è considerata fra le più grandi di tutto il conflitto 1939-1945.
Tutti i nostri soldati idealmente trovano il loro “monumento” nell’esempio dato dai “fratelli” del 185° Reggimento Artiglieria Folgore, provvisto dei pezzi anticarro da 47/32, comandato dal Colonnello Ernesto Boffa.
186° Reggimento, in un primo momento destinato all'impresa su Malta, che da Tatoi (Atene) fu trasportato con aerei in Africa Settentrionale a combattere, come fanti, agli ordini del Colonnello Pietro Tantillo.
187° Reggimento del Colonnello Luigi Camosso, che ho avuto l’onore di conoscere quando ancora ragazzino poco mi era dato di sapere. (di lui ricordo occhi vivissimi e la cortesia di una persona d’altri tempi)
Oggi un silenzio di tomba è tornato in quei luoghi, rotto solo dal fischiare del vento del deserto. Su di un cippo nella sabbia sta scritto: "Mancò la fortuna, non l’onore".
Sono cose queste che un popolo che ha scolpito nei secoli una storia prodigiosa come il nostro non può tenere nell'oblio. Questo è l’oblio che uccide più della guerra, perché chi non vuole ricordare questa gloria uccide anche la possibilità d’avere un futuro migliore.