Per sfatare il “mito” dei Savoia cattivi e sanguinari, accenniamo brevemente ai fatti di Genova del 1849, cercando non certo di giustificare il fatto in se, ma di ricondurlo al suo tempo, e di addebitare per quanto possibile le corrette responsabilità.
La Repubblica Marinara di Genova, oligarchia basata su contratti commerciali, viene ceduta al Regno di Sardegna in base alla Convenzione di Vienna del 1815 dopo il flagello Napoleonico. Essa, tagliata ormai fuori dai commerci oceanici, è già alla corda ancor prima della rivoluzione Francese.
I Doria infatti, sono costretti a svendere la Corsica per sanare le casse di stato. La sua resistenza alla calata di Napoleone e nulla, anzi, il popolo vede in lui una speranza per un futuro altrimenti nero ! I liguri saranno gli unici a non ostacolare il Bonaparte quando tutto il resto d’Italia si batte come meglio può davanti alla potenza e all’arroganza nemica !
Fu così che questi territori, accorpati al Regno di Sardegna conobbero uno sviluppo dopo decenni di arretratezza. Un esempio di ciò è rappresentato dallo sviluppo stradale, che fu avviato proprio grazie alla Monarchia Sabauda, dato che con la Repubblica Marinara la società si era sviluppata solo a Genova e nei porti maggiori, mentre l’entroterra era relegato a uno stato di arretratezza impossibile da immaginare oggi. E’ ben noto che Carlo Felice di Savoia (1765-1831) preferiva Genova a Torino, per via del Mare, e fu durante il suo Regno dal 1821 al 1831 che si iniziò a costruire nuove strade e a recuperare la via Aurelia, costruita in epoca romana ma, a quell’epoca, quasi totalmente cancellata dal tempo.
Tornando ai fatti del 1849, occorre giungere sul finire di marzo, quando una minoranza della popolazione di Genova, prestandosi alle continue e pressanti sobillazioni dei Mazziniani, che vedono in Casa Savoia un ostacolo alla loro utopica repubblica, iniziano i disordini e le proteste, mentre sono ancora in corso i combattimenti di Novara contro gli Austriaci (che tempismo questo Mazzini…), il 25 marzo 1849 il Generale De Asarta, comandante la piazza di Genova, delibera lo stato di assedio. Le proteste si organizzano, ed i Capitani (di ventura ?) Cassinis, Longoni, Viarigi e Conosio, raccolgono, armano e comandano i rivoltosi e gli sbandati nulla facenti in compagnie, indirizzandole in città.
Il 31 marzo, si scatena la caccia al governativo. Questa caccia prende l’aspetto di una ripulita dai Regi funzionari presenti, divenendo ben presto una strage senza precedenti per la tradizione della città.
Il 2 aprile, ciò che resta del presidio Regio (Soldati e Carabinieri) devono abbandonare la città !
E’ a questo punto che giunge a Genova il Generale La Marmora con un corpo di 12.000 uomini circa. Egli riprende la piazza a cannonate ristabilendovi l’ordine l’11 aprile !
Al giorno d’oggi, ristabilire l’ordine in questo modo può sembrare barbaro, ma contestualizzando i fatti all’epoca e alla particolare situazione di quel periodo, non riesco proprio a criticare oltre quanto avvenuto. L’esercito Piemontese è battuto a Novara dagli Austriaci. Il Piemonte solo davanti al nemico sarà l’unico in Italia a pagare l’azzardo. I militari pur avendo fatto il loro dovere sul campo sanno già che dovranno accollarsi tutte le responsabilità. Del resto il Sovrano Carlo Alberto ha già pagato in prima persona abdicando. La Marmora quindi non ha certo lo spirito giusto per un’operazione di ordine pubblico.
Le modalità non sono le più canoniche, ma il sempre “repressivo” Governo Piemontese (come qualcuno vuol farci credere) apre addirittura un’inchiesta e vengono riconosciute obiettivamente responsabilità sui fatti più eclatanti. La situazione era sfuggita un poco di mano, ma non è successa la stessa cosa nel 1960 il 30 giugno sempre a Genova (Governo Tambroni) con morti e feriti, oppure al G8 del 2001, anche in quella occasione morti, feriti ed ingentissimi danni ?
Chi non fu condannato invece fu il “grande” Mazzini (il mandante mafioso, chiaramente assente come sempre), alla quale la Monarchia Sabauda sempre “oppressiva” non ha impedito che venissero eretti in oltre 80 di Regno numerosissimi monumenti ed intitolate migliaia di vie e piazze.
Le odierne richieste di risarcimento danni, avviate da ridicole organizzazioni indipendentiste quali il MIL (Movimento Indipendentista Ligure) nei confronti degli eredi ella Dinastia Sabauda, fanno sorridere e ci ricordano che siamo l’unico Paese al mondo dove queste pagliacciate trovano se non l’appoggio, almeno il silenzio assenso Istituzionale. Ciò però deve portarci a chiederci come mai queste “allegre comitive da osteria” non si spingano a chiedere i danni pure agli eredi del sanguinario Presidente Gronchi per i fatti del 1960, oppure i danni materiali al presidente Ciampi per le distruzioni operate durante gli scontri al G8 del 2001 ! Quanta incoerenza…
La Repubblica Marinara di Genova, oligarchia basata su contratti commerciali, viene ceduta al Regno di Sardegna in base alla Convenzione di Vienna del 1815 dopo il flagello Napoleonico. Essa, tagliata ormai fuori dai commerci oceanici, è già alla corda ancor prima della rivoluzione Francese.
I Doria infatti, sono costretti a svendere la Corsica per sanare le casse di stato. La sua resistenza alla calata di Napoleone e nulla, anzi, il popolo vede in lui una speranza per un futuro altrimenti nero ! I liguri saranno gli unici a non ostacolare il Bonaparte quando tutto il resto d’Italia si batte come meglio può davanti alla potenza e all’arroganza nemica !
Fu così che questi territori, accorpati al Regno di Sardegna conobbero uno sviluppo dopo decenni di arretratezza. Un esempio di ciò è rappresentato dallo sviluppo stradale, che fu avviato proprio grazie alla Monarchia Sabauda, dato che con la Repubblica Marinara la società si era sviluppata solo a Genova e nei porti maggiori, mentre l’entroterra era relegato a uno stato di arretratezza impossibile da immaginare oggi. E’ ben noto che Carlo Felice di Savoia (1765-1831) preferiva Genova a Torino, per via del Mare, e fu durante il suo Regno dal 1821 al 1831 che si iniziò a costruire nuove strade e a recuperare la via Aurelia, costruita in epoca romana ma, a quell’epoca, quasi totalmente cancellata dal tempo.
Tornando ai fatti del 1849, occorre giungere sul finire di marzo, quando una minoranza della popolazione di Genova, prestandosi alle continue e pressanti sobillazioni dei Mazziniani, che vedono in Casa Savoia un ostacolo alla loro utopica repubblica, iniziano i disordini e le proteste, mentre sono ancora in corso i combattimenti di Novara contro gli Austriaci (che tempismo questo Mazzini…), il 25 marzo 1849 il Generale De Asarta, comandante la piazza di Genova, delibera lo stato di assedio. Le proteste si organizzano, ed i Capitani (di ventura ?) Cassinis, Longoni, Viarigi e Conosio, raccolgono, armano e comandano i rivoltosi e gli sbandati nulla facenti in compagnie, indirizzandole in città.
Il 31 marzo, si scatena la caccia al governativo. Questa caccia prende l’aspetto di una ripulita dai Regi funzionari presenti, divenendo ben presto una strage senza precedenti per la tradizione della città.
Il 2 aprile, ciò che resta del presidio Regio (Soldati e Carabinieri) devono abbandonare la città !
E’ a questo punto che giunge a Genova il Generale La Marmora con un corpo di 12.000 uomini circa. Egli riprende la piazza a cannonate ristabilendovi l’ordine l’11 aprile !
Al giorno d’oggi, ristabilire l’ordine in questo modo può sembrare barbaro, ma contestualizzando i fatti all’epoca e alla particolare situazione di quel periodo, non riesco proprio a criticare oltre quanto avvenuto. L’esercito Piemontese è battuto a Novara dagli Austriaci. Il Piemonte solo davanti al nemico sarà l’unico in Italia a pagare l’azzardo. I militari pur avendo fatto il loro dovere sul campo sanno già che dovranno accollarsi tutte le responsabilità. Del resto il Sovrano Carlo Alberto ha già pagato in prima persona abdicando. La Marmora quindi non ha certo lo spirito giusto per un’operazione di ordine pubblico.
Le modalità non sono le più canoniche, ma il sempre “repressivo” Governo Piemontese (come qualcuno vuol farci credere) apre addirittura un’inchiesta e vengono riconosciute obiettivamente responsabilità sui fatti più eclatanti. La situazione era sfuggita un poco di mano, ma non è successa la stessa cosa nel 1960 il 30 giugno sempre a Genova (Governo Tambroni) con morti e feriti, oppure al G8 del 2001, anche in quella occasione morti, feriti ed ingentissimi danni ?
Chi non fu condannato invece fu il “grande” Mazzini (il mandante mafioso, chiaramente assente come sempre), alla quale la Monarchia Sabauda sempre “oppressiva” non ha impedito che venissero eretti in oltre 80 di Regno numerosissimi monumenti ed intitolate migliaia di vie e piazze.
Le odierne richieste di risarcimento danni, avviate da ridicole organizzazioni indipendentiste quali il MIL (Movimento Indipendentista Ligure) nei confronti degli eredi ella Dinastia Sabauda, fanno sorridere e ci ricordano che siamo l’unico Paese al mondo dove queste pagliacciate trovano se non l’appoggio, almeno il silenzio assenso Istituzionale. Ciò però deve portarci a chiederci come mai queste “allegre comitive da osteria” non si spingano a chiedere i danni pure agli eredi del sanguinario Presidente Gronchi per i fatti del 1960, oppure i danni materiali al presidente Ciampi per le distruzioni operate durante gli scontri al G8 del 2001 ! Quanta incoerenza…