Per non dimenticare…
Il 2 giugno del 2000, il quotidiano francese "Liberation" disquisendo sul libro di Ferdinando Imposimato, "Un juge en Italie, les dossiers noirs de la mafia", ne riportava l’autorevole opinione secondo la quale gli uomini come Paolo Borsellino "hanno combattuto la mafia malgrado lo Stato".
Si, proprio il due giugno, mentre si autocelebrava la repubblica nata dalla truffa e nutritasi di assassinii politici, corruzione e crimini di ogni genere, all’estero venivano ricordate le sue Vittime: gli Eroi che per combattere la corruzione della stessa repubblica sacrificarono la vita. Questo si potrebbe raccontare anche diversamente, e forse, si renderebbe in questo modo maggiore giustizia alla verità.
In ogni caso deve essersi rallegrato, in Cielo, Paolo Borsellino che per la “festa della repubblica” qualcuno, anche se solo all’estero, lo abbia ricordato tra le Vittime della repubblica.
La repubblica non contenta della sua morte ha cercato e cerca di rubargli l’anima. Ne fa un eroe a suo uso e consumo, mentendo spudoratamente al Popolo Italiano ne spaccia la memoria quale gloria repubblicana.
Se i giovani sapessero che la stragrande maggioranza di uomini e fatti di cui, quali Italiani, vanno orgogliosi non appartengono culturalmente agli ideali repubblicani, la vergogna ed il marciume di questo Stato sarebbero da un pezzo spazzati via. Purtroppo uno dei crimini della Democrazia Cristiana fu quello di lasciare alla peggiore sinistra italiana il monopolio della cultura, dei media, dell’istruzione.
La repubblica, sempre la repubblica: si pensi che, oltre alla grazia a Francesco Moranino, la “riforma” dei testi scolastici in chiave resistenziale ed antirisorgimentale fu il prezzo pagato per la convergenza necessaria all’elezione…. del Presidente della repubblica Giuseppe Saragat! La truffa dal 1946 continua insomma, ed il “bidone” rifilato al Popolo Italiano allora si ripropone ogni volta questo crede che la repubblica ci garantisca “il migliore” al vertice dello Stato.
Questa premessa, noiosa forse, mi sembra necessaria per inquadrare bene l’oltraggio che viene fatto all’Uomo: Paolo Borsellino.
Oltraggio a Lui ed alla dignità della Nazione, la nostra dignità, che ha il diritto di non venire imbonita, bensì di farsi delle opinioni autonomamente potendo contare su una informazione veritiera ed esaustiva.
Riporto un passaggio dell’intervista di Marco Lillo a Lucia Borsellino, la Figlia del Giudice assassinato, pubblicata da “L’Espresso” il 24 Maggio 2002.
Marco Lillo:
Sono fiorite molte leggende sulle idee politiche di suo padre. Si dice fosse un uomo di destra, vicino all'ex Msi. Forse perché era molto amico dell'onorevole Giuseppe Tricoli di An, o perché Gianfranco Fini lo propose alla presidenza della Repubblica dopo la morte di Falcone.
Lucia Borsellino:
"Devo dire che mio padre si arrabbiò moltissimo per quella candidatura. La percepì come l'ennesimo tentativo di far circolare il suo nome in un momento di particolare difficoltà della sua vita. Se gli chiedevano quali fossero le sue idee, lui diceva che era monarchico. Da ragazzo aveva disegnato anche uno Stemma dei Savoia con l'albero genealogico. Per questo volerlo additare come uomo di destra è improprio. Il suo essere conservatore era un tributo alla tradizione familiare, ma nella vita era una persona di apertura culturale enorme….. “L’Espresso” - 24 Maggio 2002.
Ricordate che il giorno dei funerali, la Famiglia Borsellino, non potendo esporre la Bandiera Italiana, appese al balcone un comune tricolore e riempì lo spazio bianco con il cavallino della Ferrari?
Chi vuole intendere, intenda. Sicuramente lo intese bene il Presidente della repubblica presente e spintonato, ma se ne fregò di Borsellino, dei Caduti, della Bandiera e di noi tutti.
Mia intenzione è quella di onorare Borsellino. L’ho fatto nel modo che voglio sperare, Gli sia di conforto.
Alberto Conterio
Opinioni Monarchiche