L’Italia grazie alla guida determinante ed illuminata di Re Vittorio Emanuele III aveva vinto da sola la guerra e conquistato gli ultimi territori italiani ancora sotto la dominazione straniera.
L’Unità d’Italia, realizzata da Casa Savoia dopo secoli di lavoro era compiuta. Ma si compiva come abbiamo scritto in precedenza non solo l’unità territoriale, ma soprattutto l’unità morale degli italiani, poiché le genti italiche, senza distinzione di parte o di origine, si era trovata alla fine concorde nell’affrontare i pericoli ed i disagi di una guerra divenendo una sola entità.
Per quale motivo si cerca di dimenticare questo passaggio storico importantissimo quindi ?
Soprattutto perché, è un argomento che non può essere scisso dall’influenza avuta da Casa Savoia, l’abbiamo detto in apertura, poi perché questo passaggio, parla di Unità, e noi viviamo in una repubblica con difetto di origine, governata negli ultimi 15 anni circa da forze politiche di chiara ispirazione secessionista.
Si tratta quindi di un fatto storico in controtendenza rispetto alle aspirazioni politiche della classe dirigente oggi al comando.
Il “politicamente corretto” istituzionale considera la prima guerra mondiale un massacro, una "vittoria militare" che portò al fascismo, ad altre guerre, ad altri morti ...perché teme da sempre il confronto storico con il periodo monarchico, potendo offrire a confronto, soltanto vergogne, corruzione e polemiche a quintali.
La crisi sociale provocata dalla guerra che portò al fascismo rimane comunque un cavallo di battaglia negativo contro la Grande Guerra, ma resta una menzogna.
La crisi sociale infatti, era già presente prima della guerra, anzi, toccò il suo punto più virulento nel 1914, per restare congelata durante i 41 mesi di guerra. Quando questa fini, la crisi riprese virulenta. Vedere DS.010 - Situazione politica di inizio secolo
Sempre valida l’affermazione quindi, di Gorge Orwel famoso scrittore e giornalista, che scrisse : “chi controlla il passato, controlla il presente”. La cultura insomma diventa leva del potere per moltiplicarne la forza, da sempre. Oggi più che mai.
La conoscenza infatti essendo ormai libera ed alla portata di tutti, è divenuta critica. Bombardati da 1000 notizie ed informazioni al giorno, non ci rendiamo più conto di ciò che è vero e di ciò che è falso, o semplicemente mancante o nascosto… I Mass Media quindi (giornali, televisione, anche internet) assumono un’importanza decisiva nell’orientamento delle masse. Altro che Democrazia !
Tornando al 4 novembre ed alla Vittoria, …nelle varie trasmissioni televisive che si dichiarano “storiche” ad esempio, abbiamo mai sentito parlare del Convegno di Peschiera trattando della Prima Guerra Mondiale ? Mai… Perché ? …come mai occorre chiedersi ?
Perché il Convegno di Peschiera è una gloria assoluta di Casa Savoia.
Perché il Convegno di Peschiera porta alla “leggenda” della resistenza sul Piave, ed il Piave porta a Vittorio Veneto, quindi alla vittoria. Insomma senza Casa Savoia, l’Italia nel novembre 1917 sarebbe uscita di scena…
Questo modo vergognoso di comportarsi, indica che ci troviamo di fronte alla Censura !
Nel 2010 quindi dobbiamo registrare in questa repubblica delle libertà, (ma io preferisco dire degli scandali) ancora casi di Censura, ma solo e sempre nei confronti della Storia, di Casa Savoia e della Monarchia in generale !!!
La paura istituzionale del confronto e tale che nei casi di commemorazione ufficiali, si è giunto alla censura più ridicola :
- Si omettono le prime righe del bollettino della vittoria del 4 novembre che parlano di SM il Re “Duce supremo” Vedere DS.092 - Bollettino della vittoria e DS.094 - Censura al Re V.E. III
- In occasione del 90° anniversario della Vittoria, nel 2008, nelle foto dell’epoca, si è arri-vati a “ritoccare” …anzi a “taroccare” le bandiere copiose che venivano sventolate a Trento o a Trieste
Dovrebbe a questo punto, esserci chiara anche la “trovata” di questi anni… in modo sottile, si cerca infatti di abbinare la festa del 4 novembre alle Forze Armate. Questa mossa è la più pericolosa e segna l’ultimo atto. Atto subdolo, perché fa della vittoria nella Grande Guerra che ci UNI’, un appuntamento per DIVIDERE. Scinde insomma in questa ricorrenza la gente comune dalle Forze Armate.
Non è un caso, perché da qualche anno le Forze Armate non sono più l’espressione del popolo dato dal servizio di leva che pescava tra tutte le classi sociali, politiche ed economiche della popolazione. Le Forze Armate infatti sono ormai formate di volontari professionalizzati. Ecco perché è pericolosissimo, perché in ultima analisi tende ad abbinare questa “storia” ad un gruppo di persone… minoritario, che non è più omogeneo, ed in ultima analisi ad allontanare dalla stessa “Storia” la parte maggioritaria della popolazione, che in questo modo, non la sente più sua !
Chi vuol cancellare la nostra storia lo fa per assicurarsi il presente, incurante di rovinare il futuro dei nostri figli.
Come abbiamo visto invece, questa “data” appartiene, all’interezza del popolo italiano, fa parte della memoria profonda del Paese e di tutti noi.
Fu il Re il 10 novembre 1917 dopo il convegno di Peschiera a credere in Noi proclamando :
“Italiani, cittadini e soldati !
Siate un Esercito solo. Ogni viltà è tradimento, ogni discordia è tradimento, ogni recriminazione è tradimento. Questo mio grido di fede incrollabile nei destini d'Italia suoni così nelle trincee come in ogni più remoto lembo della Patria; e sia il grido del popolo che combatte e del popolo che lavora. Al nemico, che ancor più che sulla vittoria militare conta sul dissolvimento dei nostri spiriti e della nostra compagine, si risponda con una sola coscienza, con una voce sola (…)”
Il Re parlò di Popolo per UNIRE, la repubblica oggi, ci parla di Forze Armate con il chiaro intento di DIVIDERE !
Questa insomma è una repubblica che mina l’unità del paese contro la storia, anzi nascondendoci o falsificando la storia !!!
Perché dobbiamo continuare a ricordare questi fatti ? Perché con la morte di quegli eroi e la scomparsa del loro spirito di sacrificio, l’Italia si sta lentamente sbriciolando sotto il maglio dell’egoismo, della corruzione senza onore e di un mondo politico cieco.
I Caduti sui campi di battaglia, il cui esempio dovrebbe guidarci sempre, saranno davvero morti soltanto quando noi li avremo dimenticati.
Alberto Conterio