La guerra combattuta - vita sul campo
Il contributo pratico di Casa Savoia
Qual’ è il contributo pratico di Casa Savoia sul campo di battaglia ?
Possiamo affermare senza paura di esagerare, che solo i bambini non presero parte attiva alla guerra. Si può sorridere oggi, ma l’usanza del tempo imponeva alle Principesse di Casa Savoia il servizio di infermiere negli ospedali da campo, ed era un servizio pesante e senza privilegi.
SM la Regina poi, trasforma il Quirinale in un ospedale, prendendosi cura dei mutilati più gravi.
Ai Principi adulti spettava invece il servizio militare attivo in Marina o nell’ Esercito. Il Principe Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, Comanda la Terza Armata, ed il figlio Amedeo non ancora maggiorenne chiede ed ottiene il permesso, prima del Padre e poi del Re, di essere arruolato volontario come soldato semplice non avendo ancora nessuna esperienza. È un “privilegio” che sarà riservato solo a Lui. Nessun altro ragazzo italiano infatti venne arruolato prima d’aver compiuto in 18° anno di età.
Si può pensare oggi così come si pensò al tempo, che non l’avrebbero mandato al fuoco, ed in-vece Amedeo, 16 anni nel 1915, escluse le brevi licenze concesse a tutti gli altri soldati e ufficiali del suo reparto, fece 40 mesi di guerra effettiva in prima linea. Già nel settembre del 1915 riceve la prima decorazione (Medaglia di Bronzo) per un’azione di valore sul Monte Segugi. Saranno gli stessi compagni d’armi a commentare che se non fosse stato un Savoia, per quell’azione “…gli avrebbero dato di più” !
Non causò mai problema e nessuno si lamento mai di lui e del suo rendimento di soldato. Per la verità qualche lamentela la provocava, quando i suoi superiori nei camminamenti delle trincee, gli ordinavano di chinarsi… era alto un metro e 98 cm. Lui, con un mezzo sorriso rispondeva che “…un’Altezza non poteva chinarsi”, e continuava a svettare con tutta la testa fuori dai ripari !!! Protetto da Dio o soltanto fortunato terminò la guerra con il grado di Capitano, e non per nulla diventò poi Viceré d’Etiopia e l’Eroe dell’Amba Alagi.
Luigi di Savoia il Duca degli Abruzzi, Principe fratello di Emanuele Filiberto, già famoso e-sploratore, militava in Marina, Ammiraglio al comando della flotta da battaglia. Il Principe Umberto di Savoia Conte di Salemi, un ramo minore di Casa Savoia, muore nell’ottobre del 1918 in ospedale dopo essere stato ferito sul Monte Grappa nelle prime fasi dell’ultima offensiva italiana che portò a Vittorio Veneto. Riceverà per questa azione ed alla memoria, la seconda medaglia d’argento al valor militare. Non era un militare di carriera, ma si era arruolato volontario come soldato semplice anche lui per poter fare il suo dovere di italiano in prima linea !
E il Re ? Il Sovrano, si alza presto tutte le mattine, e dopo una frugale colazione, compie ispe-zioni e visite al fronte. In ogni zona del fronte, con ogni tempo atmosferico ed in ogni situazione operativa, anche durante gli scontri a fuoco, con costanza ed impegno rigorosi. Non conosce la paura, anzi qualche volta, gli ufficiali di settore che lo accompagnano fin sulla linea del fuoco, hanno la sensazione che sfidi apertamente la morte. Che la cerchi insomma !
Sembrano ispezioni e visite senza un disegno preciso e senza scopo, è accompagnato senza sfarzo dal suo aiutante di campo, veste la divisa di bassa ordinanza (divisa di lavoro) senza nessuna decorazione o particolare distinzione nei fregi e nelle mostrine, si muove con una grossa e robusta auto grigia scoperta e senza scorta. Non si fa mai preannunciare, non critica apertamente mai nessuno ma cerca sempre il colloquio con i soldati. “da dove vieni ?”, “qual è il tuo reparto ?”, “hai una famiglia numerosa ?” ecc. ecc. Molte volte all’ora del rancio, divide con qualche fante le vivande che si porta dietro, seduto in terra o su un masso continuando la conversazione, su temi sempre distanti dal luogo o dalla situazione operativa. Fotografa tutto con la sua inseparabile Kodak, e prende sovente appunti su un quadernetto…
In compenso, soprattutto nei primi tempi, quando viene interpellato con lo scopo di metterlo in difficoltà, umilia qualsiasi Ufficiale superiore con la sua conoscenza profonda di ogni aspetto tecnico, e con una memoria che ha del prodigioso. Mette tutti in imbarazzo inoltre con puntigliose osservazioni che non concedono possibilità alcuna di replica.
Torna a Villa Italia per il pomeriggio quando il “giro” è a breve raggio. In questi casi sbriga la corrispondenza, riceve il rapporto giornaliero del Comando Supremo (che ha la possibilità di confrontare con le sue osservazioni ed ispezioni) e concede visite e colloqui.
I soliti ben informati del tempo, dichiarano che il Sovrano non condivida nulla di quanto fatto dal Comando Supremo (vedasi Generale Cadorna), ma non interferirà mai platealmente sulle scelte militari operate da questi come non interferirà mai allo stesso modo sulle scelte operate dal Governo sulla condotta politica della guerra.
Pare vivere su un mondo parallelo, almeno fino a Caporetto.
Sono in pochi a capirlo.
Moltissimi lo criticano, anche apertamente, …Egli lo sa, ma lascia correre con il distacco che gli è proprio !
Vedere DS.030 - L’opera silenziosa del Re, di Solaro del Borgo
Alberto Conterio