La guerra combattuta - vita sul campo
Le operazioni militari fino a Caporetto (Tattiche e strategie)
Dal 24 maggio 1915 fino alla battaglia di Caporetto, l’Italia conduce la guerra come viene condotta da Francia, Gran Bretagna, Russia e dalla stessa Austria, cioè per mezzo di poderose spallate frontali, tanto inutili quanto dispendiose, ma non perché i Generali Italiani siano degli imbecilli come vogliamo colorarli oggi, ma perché le tattiche da loro impiegate erano quelle utilizzate da tutti al tempo, anche dagli altri contendenti. Da più di 100 anni (da Napoleone in-somma) tutti operavano con gli stessi schemi e criteri, e nessuno aveva ancora compreso che a causa del progresso tecnico, non era più possibile operare in quel modo, e che si doveva fare diversamente !
Cadorna quindi non è un incapace, ma è tanto “competente” quanto Douglas Haig inglese o Joffrè francese suoi alleati ad esempio. Il suo avversario Von Conrad, si comporta allo stesso modo.
Volendo essere corretti, occorre dire però, che Cadorna soffre di protagonismo. Il Governo ita-liano che lo ha nominato Comandante supremo, gli ha dato pure carta bianca. Egli poi per indole, non ha la minima fiducia e rispetto per i suoi sottoposti. Non sente consiglio mai !
Più grave di ogni altra cosa, è il fatto che egli è un accentratore, e ciò immobilizza non solo i reparti sul campo, ma anche i comandi di Armata e di Corpo d’Armata. Nulla si muove lungo i quasi 800 km di fronte che non sia deciso personalmente da Cadorna, e ciò è male per la flessibilità delle operazioni e quindi per finire è negativo sull’economia generale della guerra !
Occorre dire però a chiare lettere che, sia Cadorna e Von Conrad sul Carso o sulle Dolomiti combattono su un terreno reso 100 volte più difficile dall’orografia montana e rocciosa rispetto ai colleghi che comandano in Francia, in Galizia o in Russia!
Chi ha una elementare conoscenza circa gli effetti dell’esplosione di una granata, può valutare il suo effetto avendo presente la differenza di efficacia tra, una detonazione in un campo di patate, o una detonazione su di un terreno roccioso. Nel primo caso, avremmo per risultato un grosso cratere ed il sollevamento con conseguente caduta di terriccio, nel secondo caso, all’esplosione avremmo una pioggia di schegge dovute alla granata stessa, sommate alle schegge di materiale roccioso staccato dal suolo. E’ chiaro ancora, che in un campo coltivato, o in un prato in pianura, l’eventuale fanteria sotto attacco, può trovare riparo in un semplice “buco” anche a pochi metri dall’esplosione, mentre nel secondo caso rimane indifesa o par-zialmente esposta, anche se al riparo di ricoveri preparati, dovuto al fatto che le schegge rim-balzando sulla roccia possono offendere anche dal tergo.
E’ una parola in favore dell’Italia, viene proprio da un personaggio straniero importante. Llotd George, Primo Ministro britannico infatti ebbe a dire “E’ stato detto che fino al 1916 l’esercito italiano non aveva fatto grandi progressi nei suoi attacchi… in realtà erano avanzati assai più di quanto fossimo avanzati noi a Loos o sulle Somme, o i francesi nell’Artois, nella Champagne o sulle Somme, benché il terreno per noi fosse molto più favorevole.”
Alberto Conterio