Consulta dei Senatori del Regno
La Consulta dei Senatori del Regno (d'Italia) afferma di rappresentare la prosecuzione del "Gruppo Vitalizio dei Senatori del Regno", e fu costituita come associazione privata il 20 gennaio del 1955 da circa 160 ex senatori del vecchio Senato del Regno d'Italia il cui atto di volontà fu riconosciuto quale massima autorità monarchica residente in Italia da Umberto II, in una lettera del 3 febbraio dello stesso anno.
Il senato del regno fu soppresso dall'assemblea costituente alla vigilia dell'entrata in vigore della costituzione repubblicana il 1º gennaio 1948. La rinascita del senato, come associazione privata, avvenne nel 1955 a seguito del proclama di Umberto II, che, il 13 giugno 1946, denunciò le illegalità compiute nello svolgimento del referendum istutizionale e si considerò sempre come sovrano non abdicatario, allorché egli inviò ai senatori del Regno un messaggio invitandoli a riprendere la loro attività sotto forma "consultiva" verso la nazione. Doveva rappresentare dunque una sorta di "antenna" del sovrano in Italia. A questo messaggio aderirono quasi tutti i senatori del disciolto senato che si costituirono in associazione ("Gruppo Vitalizio dei Senatori del Regno") nominando presidente il Sen. Adolfo Giaquinto.
Il 3 febbraio 1955 si riunirono in assemblea 92 senatori del Regno, ai quali Umberto inviò un messaggio letto dal ministro della Real Casa Falcone Lucifero. Il 18 ottobre 1958 l'Unione Monarchica Italiana, che riuniva personalità di tutti i partiti di sentimenti monarchici (democristiani, liberali e socialdemocratici), decise di costituire nel proprio seno una Consulta Monarchica composta da membri a vita, i quali dovevano avere i requisiti previsti dall'art. 33 dello Statuto Albertino, così come i senatori a vita del senato del Regno. Poiché per vecchiaia i senatori del regno originari andavano scomparendo, l'11 novembre 1965 i due gruppi, ossia il Gruppo Vitalizio dei Senatori del Regno ed i membri della Consulta Monarchica, si fusero in un unico corpo vitalizio che fu denominato "Consulta dei Senatori del Regno". Questa decisione fu immediatamente approvata da Umberto II. Per la nomina dei componenti, si procedeva con il concetto della "cooptazione".
Tra i primi nominati, l'economista Alberto De Stefani, il giurista Alfredo de Marsico, l'ambasciatore Raffaele Guariglia. Successivamente furono inclusi, come membri di diritto, i cavalieri dell'Ordine Supremo della Santissima Annunziata.
Il 20 maggio 1972 furono stabilite le procedure per l'ammissione, che, in sintesi, prevedevano la proposta di candidatura da parte del presidente, con l'indicazione di una delle 21 categorie dello Statuto Albertino nelle quali rientrasse il candidato, la delibera del consiglio di presidenza, poi dell'assemblea, e infine l'assenso di Umberto.
Le ultime contrastate vicende
Le vicende legate all'attribuzione della linea di successione al trono d'Italia hanno chiamato in causa il ruolo della Consulta dei Senatori del Regno, a sua volta divenuto termine conteso tra due diverse Associazioni, con esiti e valutazioni che hanno diviso tra loro Vittorio Emanuele di Savoia ed Amedeo di Savoia-Aosta, ciascuno coi propri sostenitori.
Il 7 luglio 2006, a Roma, si è svolta una seduta straordinaria della Consulta. Poiché, per regola dello statuto costitutivo, la Consulta dei Senatori del Regno non può essere né sciolta né sospesa, il primo atto della Consulta stessa è stato di respingere il decreto con il quale, l'anno prima, il principe Vittorio Emanuele di Savoia l'aveva sciolta, decidendo perciò di continuare la propria "missione", che è quella di garantire appoggio alla diffusione di un'idea di monarchia costituzionale democratica. In secondo luogo, ha rinnovato i propri vertici e cooptato nuovi membri, eleggendo presidente lo storico Aldo Alessandro Mola e vicepresidente vicario l'avvocato Enrico Venanzi.
Dura la risposta della segreteria di Emanuele Filiberto, secondo cui l'organismo della Consulta "aveva una funzione a causa dell'esilio ed è stato sospeso nel settembre del 2002. Era composto da 61 membri. Aldo Alessandro Mola ha fondato un'organizzazione privata e personale a cui ha preteso di dare lo stesso nome e a cui hanno aderito nove persone e di cui si è autoproclamato presidente. È evidente che questa organizzazione non è la Consulta e in termini di rappresentatività è inesistente".
La ricostruzione delle vicende della Consulta sarebbe, secondo questa posizione, la seguente: il 4 gennaio 1993, Presidente della Consulta l'On. Alfredo Covelli, Vittorio Emanuele di Savoia, dopo un periodo di riorganizzazione affidato all'avv. Carlo d'Amelio, decise di riempire di nuovi contenuti l'attività della Consulta, rivedendo le procedure di ammissione e di cooptazione, in particolare affermando la necessità della sua approvazione per la cooptazione dei nuovi membri e avocando alla sua persona la nomina dei Presidenti e Vicepresidenti. Dopo la nomina alla presidenza del duca di Santaseverina (Collare della SS. Annunziata) in sostituzione dell'On. Covelli, nel 1999 Vittorio Emanuele istituì un "Gruppo di lavoro" con il compito di analizzare l'operato e proporre idee per il futuro. Il gruppo consegnò al Principe il suo rapporto nel novembre 1999, proponendo tra l'altro la ripresa della pubblicazione del bollettino mensile (esistente fino al 1981, sotto la presidenza del Prof. Paratore), l'istituzione di "Commissioni" per agevolare il lavoro informativo e per assegnare alla testa delle diverse stesse Commissioni persone competenti, di prestigio e di alta caratura.
Nell'anno 2001, lo stesso Vittorio Emanuele ritenne opportuno, in seguito al suggerimento di un suo consigliere personale, un ulteriore affinamento delle attività istituzionali, e decise un periodo di "sospensione" della Consulta allo scopo di aggiornarne i compiti e rinnovarne le cariche.
Immediatamente il gruppo di consultori che sostenevano il ramo Aosta si riunì e costituì un'associazione nominata Consulta dei Senatori del Regno in cui entrarono 9 dei 60 membri esistenti nella primitiva Consulta: tale nuova Organizzazione nominò Presidente il Prof. Aldo Mola.
Il 12 agosto 2002 moriva il Presidente della Consulta, Duca di Santaseverina che, su richiesta di Vittorio Emanuele, aveva depositato i documenti della Consulta all'Archivio Centrale dello Stato.
Vittorio Emanuele nominò un nuovo Presidente nella persona del Barone di Culcasi, Prof. Emanuele Emmanuele.
Il 27 giugno 2003, tre mesi dopo il ritorno dall’esilio dei Principi in Italia, si riunì un'assemblea dei consultori nell'ufficio del Barone Emanuele; presenti personalmente, o per delega, la maggioranza dei 51 membri (compresi i nove che avevano dato vita all'Associazione Consulta). Questa riunione fu il frutto del lavoro congiunto del Presidente Barone Emanuele, dello sforzo organizzativo del Segretario Nazionale Dr. Domenico Jannetta e del Vice Presidente Sergio Pellecchi e valse ad affermare che la Consulta autentica non era morta poiché mai nessun atto di cessazione delle attività e scioglimento era stato firmato dai 51 membri.
Ma il 20 giugno 2008 la Consulta fedele ad Amedeo ha emesso una nuova diffida contro quella che considera una nuova associazione omonima fondata da Vittorio Emanuele
Tratto da : Consulta dei Senatori del Regno - Wikipedia
Osservazioni personali
Da questo quadro asettico, o volutamente evasivo, per far credere che il mondo monarchico italiano soffra anch’esso dell’abituale caos proprio di questa repubblica, desidero trarre una mia conclusione (personalissima) con le seguenti osservazioni :
l'Assemblea del 27 giugno 2003, si è riunita per stabilire che la Consulta non era morta... lo sapevamo già, in quanto nel 2001 SAR il Principe Vittorio Emanuele l'aveva solo sospesa per un periodo, tanto che il Suo Presidente il Duca di Sataseverina alla sua morte avvenuta nell'agosto del 2002 è stato sostituito dallo stesso Principe dal Barone di Culcasi, Prof. Emanuele Emmanuele.
Ma la seduta non è stata inutile, in quanto ad essa hanno partecipato (presenti o delegati) anche i nove senatori del "gruppo" A.A Mola, che ...quindi in quella data riconoscevano implicitamente in questo organismo validità.
La seduta straordinaria del luglio 2006, presieduta dal Prof. A.A.Mola, in cui 9 persone hanno avuto l'ardire egocentrico di decidere per altre 50 circa è solo fumo negli occhi per gli ingenui.
Questo, significa che ha ragione SAR il Principe Emanuele Filiberto quando affermava nel luglio 2006 che Aldo Alessandro Mola ha fondato un'organizzazione privata e personale che nulla a che vedere con la Consulta dei Senatori del Regno, in quanto è palese, che ai voti 9 persone non possono avere la maggioranza di un “corpo” di circa 60 elettori.
Cosa vuol dire ciò ?
Vuol dire che :
- La Consulta dei Senatori del Regno esiste ancora.
- La Consulta dei Senatori del Regno è tutt'ora sospesa ed ha un Presidente nella figura autorevole del Barone di Culcasi, Prof. Emanuele Emmanuele.
- A.A. Mola ha fondato un'associazione privata, come la pletora delle associazioni già esistenti.
- Gli atti del gruppo privato del Prof. Mola, hanno il valore di ogni altra iniziativa dell'associazionismo monarchico, ma nessun valore impositivo circa la linea di successione alla Corona d'Italia. E ci mancherebbe !
28.07.2010 - Alberto Conterio