Guerra di Crimea 1855 - 56
Le operazioni militari e la Battaglia della Cernaia (16
agosto 1855)
Il 25 aprile 1855 partivano da Genova per la Crimea, i primi
reparti del Corpo di spedizione Sardo.
Tre giorni dopo, si imbarcava sulla pirofregata Governolo il
Generale Alfonso La Marmora, Comandante del Corpo di spedizione.
Il 9 maggio 1855 il "Corpo di Spedizione Sardo in
Oriente" forte di 18.058 uomini (1.038 ufficiali e 17.020 militari di
truppa) ed ordinato su 1 Quartier Generale Principale, 2 Divisioni, 1 Brigata
di riserva ed altre unità minori, sbarcò a Balaklava. I reparti piemontesi, si
attestarono sulla destra dello schieramento alleato, impiantando il proprio
accampamento dapprima a Karani e successivamente a Kadi Koi.
Il 25 maggio truppe inglesi e sarde occupavano le alture di
Kamara, ove le seconde spostavano il loro campo. In quei giorni le operazioni
militari, che avevano avuto un rallentamento durante l'inverno, ripresero con nuovo vigore, anche perché erano
stati avvertiti i segni di un'imminente offensiva russa.
Il 15 agosto il Quartier Generale piemontese ricevette un
particolareggiato rapporto da quello francese, in cui era prospettato che un
attacco verso le posizioni degli alleati avrebbe avuto luogo prima del 17
agosto lungo il fronte del fiume Cernaia, un corso d’acqua che taglia in due la
parte sud-ovest della Crimea, andando a sboccare nella rada di
Sebastopoli.
Le posizioni alleate che dominavano dall’alto, il vallone
del corso d’acqua, potevano apparire come un fronte bastionato, ed i
piemontesi, come abbiamo già scritto, occupavano la destra dello schieramento,
arroccati sul Monte Hasford; questo, era il rilievo il più alto della zona,
confluenza inoltre di strade, che finiva con l'essere il punto chiave del
settore.
Alfonso La Marmora se n'era reso conto subito, e aveva
avviato grossi lavori di fortificazione campale, rafforzandolo con la
costituzione di un
robusto avamposto al di là del fiume Cernaia stesso ubicato
su una piccola altura detta "Zig-Zag". Alle prime luci dell'alba dei
16 agosto 1855, le artiglierie nemiche, aprono un improvviso e furioso bombardamento proprio sull’altura
"Zig-Zag", subito attaccato a fondo da una grossa colonna russa della
forza approssimativa di una Brigata (circa due Reggimenti)
Si accese un combattimento furibondo: i russi volevano
eliminare in pochi minuti quello che ritenevano solo un piccolo avamposto
presidiato da alcuni reparti sardi, per aprirsi un varco a sorpresa nello
schieramento alleato. I Piemontesi però, fedeli al loro nomignolo di “Bougia
nen” fin dai tempi della battaglia dell’Assietta nel 1747 non
cedettero di un metro, restando fermi al loro posto.
Lo scontro, quasi tutto all'arma bianca, consentì alla 2a
Divisione piemontese di attraversare il fiume Cernaia in soccorso
dell’avanposto, schierandosi sulle pendici basse dell'Hasford, ma la tenace
resistenza dell'avamposto giovò soprattutto ai francesi, i quali ebbero modo di
raggiungere le loro posizioni assai più sguarnite.
Esaurito il proprio compito oltre ogni più ottimistica
previsione, l'avamposto dello "Zig-Zag" cominciò a quel punto un
ordinato ripiegamento, pur sotto il fuoco nemico, attestandosi su una seconda
linea, detta "Roccia dei Piemontesi".
I russi, trovata nei sardi un'imprevista e tenacissima
resistenza, deviarono la linea d’assalto, lanciandosi a valanga sulle posizioni
francesi del Fiediucine, ma ormai la sorpresa era fallita, e con essa anche
l'offensiva. Prima ancora di giungere a fine mattina, gli attaccanti si
ritiravano, senza che i franco-piemontesi - per ordine del Generale Pélissier -
li inseguissero nel giusto timore (forse eccessivo) che, trovando truppe
nemiche fresche in profondità, si potessero invertire le parti.
I sardi però, con un riuscito contrattacco della fresca e
non impegnata 2a Divisione, vollero riprendere l'avamposto dello
"Zig-Zag". Alle 15 la battaglia era finita… Sul fronte dei monti
Hasford e Fiediucine, ma più ancora sulla piccola altura dello "Zig-Zag"
sia erano infrante le superstiti speranze russe di allentare l’assedio su
Sebastopoli. L'8 settembre successivo, dopo aver subito il più massiccio
bombardamento dall’inizio della guerra, Sebastopoli cadeva in mano degli
alleati ponendo praticamente fine alla guerra.
La pace fu discussa nel Congresso di Parigi, il cui trattato
finale (30 marzo 1856) garantì, l'indipendenza e l’integrità territoriale
dell'impero ottomano.
Per il Piemonte, il risultato della guerra fu duplice : il
primo, militare, per essersi riscattato dall'onta (immeritata) che pesava sul suo Esercito dopo
Custoza e Novara, ed il secondo e più importante, politico, per essere riuscito
a scardinare l’isolamento in cui l’Austria l’aveva costretto dopo la sconfitta
del 1849.
Con l’avvicinamento alle potenze occidentali (Francia e
Inghilterra), era ora il regno di Sardegna ad aver isolato politicamente
l’Austria rovesciando d’un colpo la situazione strategica.
Alberto Conterio