Situazione militare e geopolitica dopo lo scontro di Solferino
Nonostante l’ultima sconfitta subita e le pesanti perdite
umane e materiali, l’esercito austriaco poteva dirsi battuto, ma non certo
distrutto, e come in passato, potendo contare su linee di rifornimento sicure e
soprattutto dirette (attraverso l’Alto Adige), si trovava in condizioni di
risollevarsi velocemente grazie ai rinforzi già in marcia che stavano per
sopraggiungere.
Napoleone III e Vittorio Emanuele, conoscevano bene ciò e
tutte le difficoltà cui andavano incontro, tanto che, procedendo con la massima
prudenza, iniziarono il passaggio del fiume Mincio, solo il giorno 28 giugno,
dopo aver riorganizzato e riposato le truppe molto provate.
Nel frattempo, le ultime vittorie di Solferino e San
Martino, avevano influito enormemente sulle speranze dei patrioti italiani: il
5° Corpo d’Armata del Principe Napoleone e la Legione toscana agli ordini di
Girolamo Ulloa inoltre, erano ormai vicini al teatro di guerra. La
continuazione delle operazioni militari, vedeva assegnato all'esercito sardo,
forte dell’esperienza della precedente campagna del 1848, l’assedio alle
fortezze di Peschiera e Mantova del quadrilatero. Ciò non di meno, sarebbe
occorso molto tempo per avviare realmente le operazioni d’assedio, in quanto le
artiglierie pesanti necessarie erano ancora ferme a Torino. In Adriatico
comunque, la squadra navale franco-sarda che bloccava Venezia pareva pronta a
compiere uno sbarco da un momento all’altro. Nei patrioti italiani quindi, non
c’erano dubbi che anche il Veneto, sarebbe stato presto liberato dal giogo
austriaco.
Nonostante ciò, Napoleone III, che puntava con il suo
esercito su Verona, non nutriva le stesse rosee speranze, e il suo animo era
pesante per la situazione generale e le notizie allarmanti che continuavano a
giungere da Parigi.
Le fortezze del quadrilatero avrebbero potuto resistere
lungamente, permettendo all'Austria di inviare sul campo altre armate (oltre a
quelle già in marcia), inoltre sapeva che in Patria, la guerra italica non era
più molto popolare (se mai lo era stata) a causa dell’alto numero di morti e
feriti. Gli sarebbe stato quindi molto difficile far giungere forze fresche di
rincalzo senza avere proteste e sollevamenti popolari.
Lo stesso Imperatore poi, cominciava a preoccuparsi
dell’ingrandimento eccessivo del Piemonte che egli stesso aveva promosso.
La mobilitazione prussiana non era fantasia, e questa aveva
per obiettivo l’annessione dell’Alsazia e della Lorena, inoltre, per quanto lo
Zar di Russia si congratulasse per le vittorie riportate contro l’Austria, a
poco a poco cominciava a temere queste clamorose vittorie del
"rivoluzionario Imperatore di Francia".
Gli stessi concetti, erano ormai ribaditi anche
dall’Inghilterra pur senza palesarli apertamente certo, ma diplomaticamente, le
mezze parole, i consigli velati fino ad arrivare a vere e proprie forzature
erano ormai evidenti.
Fu in questo contesto, che il 4 luglio Napoleone III
ricevette una lettera portata da Parigi (si disse) da un aiutante di campo
dello Zar Alessandro II di Russia, che lo "esortava a concludere la pace
accontentandosi della Lombardia, perché altrimenti la Prussia avrebbe assalito
la Francia mentre si trovava ancora impegnata in Veneto. La Russia, che fino ad
allora aveva trattenuto i Prussiani, sarebbe stata costretta a rimanere neutrale
lasciando fare". (questa lettera sembra che sia stata millantata dai
prussiani o dallo stesso Napoleone. Lo zar fu poi perfino indignato che
qualcuno usasse il suo nome e quello della Russia per questi giochetti di
politica estera "E' un infamia, noi non sapevamo una parola di questa
proposta" (Lettera dello Zar al cognato Assia - Hapsal 19 luglio 1859).
Questa lettera (vera o falsa che fosse) impressionò molto
Napoleone III, tanto che il giorno dopo telegrafò all'Imperatrice, pregandola
di chiedere al Governo inglese di fare da intermediario, affinché fossero
avanzate richieste di armistizio all’Austria di quindici giorni, e
contemporaneamente chiedere a Walenski di avanzare immediate trattative di
pace.
Alberto Conterio