La Lega Doganale Italica

Rassegna storica del risorgimento

La Lega Doganale Italica

Pio IX E’ stato pubblicato il fascicolo IV – anno XCVI – della “Rassegna Storica del Risorgimento”, edito dall’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, presieduto da Giuseppe Talamo. Nell’interessante volume emerge con il ricordo del grande storico Alfonso Scirocco, curato da Renata De Lorenzo, il saggio “UN PAPA FEDERALISTA. PIO IX PROPONE NEL 1847 LA LEGA DOGANALE FRA GLI STATI ITALIANI” di Mario Di Gianfrancesco.

Pio IX, la cui elezione al soglio pontificio il 16 giugno 1846 tante speranze aveva suscitato nello schieramento neoguelfo, propugnato dagli scritti di Gioberti, Balbo e D’Azeglio, aveva deciso di sondare la disponibilità a costituire fra gli Stati italiani una lega doganale – sul modello di quella tedesca –e dalla quale ci si aspettavano vantaggi economici ( unificazione dei mercati e riduzione dei dazi) e politici: incamerare le ormai evidenti richieste di unità e di indipendenza in un alveo riformista, che non dovesse necessariamente passare per la guerra all’Austria. Mons. Corboli – Bussi il 24 agosto 1847 venne inviato con il testo della proposta a Firenze e a Torino. Acquisito subito il parere favorevole di Leopoldo II, il prelato incontrò i ministri di Carlo Alberto, che valutarono con estrema attenzione il progetto anche in ragione del diverso peso economico del Piemonte sabaudo rispetto agli Stati Pontifici e alla Toscana, mentre l’idea della lega assumeva una rilevanza europea. Il 3 novembre 1847 i tre Stati firmarono un accordo preliminare per costituire una “Lega Doganale Italica”: una commissione da nominarsi avrebbe formato una “tariffa daziaria comune” e scelto “un equo principio distributivo dei comuni proventi” nell’auspicio che vi aderissero il ducato di Modena e il Regno delle Due Sicilie. La Lega, ove si fosse concretamente realizzata, avrebbe contribuito al percorso unitario nazionale e di questo si deve essere grati a Pio IX. Ma sia il governo estense che quello napoletano ( messo in difficoltà da continue insurrezioni e ostile a qualsiasi apertura), fortemente legati all’Austria e timorosi che gli accordi doganali preludessero – come era nelle speranze dei moderati italiani – a più stringenti intese politiche, preferirono non impegnarsi. Mentre le Congregazioni provinciale e comunale di Milano chiedevano l’ingresso del Lombardo – Veneto nella Lega Doganale con tariffa distinta dagli altri Stati austriaci, imponenti manifestazioni in favore dell’accordo avvenivano a Genova, Reggio Emilia, Napoli e Palermo, che il 12 gennaio 1848 insorgeva contro il regime borbonico. La decisione del Re di Napoli di concedere la costituzione ( al precipuo scopo di incoraggiare – a suo dire- le fazioni più estremiste dello schieramento nazionale per poi più facilmente reprimerlo) obbligherà Firenze, Roma e Torino ad imitarlo. Il movimento liberale italiano si trasformava così da riformista in rivoluzionario: la prima guerra d’indipendenza era alle porte.

12.04.2010 - Francesco Atanasio

Tratto da : www.risorgimento.it e www.monarchia.it